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  • Juventus, Allegri tra sogno triplete e sorteggio: “Regaleremo altre emozioni”

    “Il prossimo mese e mezzo è più importante degli otto precedenti”. Buffon: “Un altro pezzo di storia è stato scritto”. Ora l’attesa è per l’urna di Nyon: c’è da ‘scegliere’ tra Real Madrid, Atletico e Monaco.

    La pistola bianconera era ancora fumante per l’agguato (riuscito) al Barcellona, quando Massimiliano Allegri spostava, a mezzo Twitter, il mirino sulle future vittime della Signora omicidi. “Il prossimo mese e mezzo è più importante degli otto precedenti: lavorando come abbiamo fatto finora vi e ci regaleremo altre emozioni!”. Un richiamo a stare sul pezzo, a non perdere di vista il “qui e ora”. E intanto la promessa di “altre emozioni” in arrivo, dopo quelle vissute nella grande notte catalana. Stessi concetti cinguettati da Gigi Buffon, capitano e primo ministro della difesa meno battuta d’Europa, con buona pace dei 31,8 anni di media dei cinque titolari di ieri sera. Appena due gol incassati in 900′, in media uno ogni sette ore e mezza di gioco. Il quinto clean sheet consecutivo ha portato a 531′ l’imbattibilità di Buffon – la striscia più lunga al momento nella massima competizione eruopea -, ribadita anche in faccia alla MSN e soprattutto a quel Messi con non l’ha mai trafitto. “Un altro pezzo di storia è stata scritta – scrive SuperGigi -. Ma la storia più bella è sempre quella che deve essere ancora raccontata…”. A stretto giro di tweet, ecco Chiellini, anche lui già sintonizzato su Juve-Genoa di domenica e sulle semifinali di Champions, andata il 2-3 maggio e ritorno il 9-10 maggio: “Godiamoci questa vittoria ma prepariamoci a un’altra battaglia. Avanti così!”. Andrea Barzagli scrive di “Un grande gruppo. Una grande squadra. Una grande vittoria. Semifinale meritata”. L’hashtag, per tutti, è ‘FinoAllaFine’, perché da ieri sera, per i bianconeri, la stagione perfetta è un traguardo alla portata.
    “La qualificazione è una grande impresa. Ma la considero solo un traguardo che non significa nulla se non saliamo sul podio da vincitori. Abbiamo due ostacoli da superare per arrivare alla fine da vincitori”: lo dice l’ad della Juventus Beppe Marotta, all’ingresso della Lega Serie A. “Il rapporto con Allegri ha portato solo aspetti positivi a tutti. E’ un rapporto che procede bene. Non intravediamo screzi che possano rompere il matrimonio”.

    SENZA PAURA, ALLA “PESCA” DI NYON – Proprio così. Il triplete non è più un’utopia, e nemmeno una lucida follia, ma un sogno realizzabile: se non ora, quando? Corsi e ricorsi: anche l’Inter, nell’anno del suo en plein di titoli, uscì indenne dalla bolgia del Camp Nou. Il trisillabo a Vinovo non è tabù, anche se ogni tesserato juventino preferisce parlare di “piedi bene zavorrati a terra” e di una squadra che, come ripete sempre Allegri, “non ha ancora vinto niente”. C’è un po’ più di spavalderia quando si parla del sorteggio di venerdì (ore 12) a Nyon. “Le altre non vorranno sfidarci”, sorride Bonucci. “Nessuna preferenza per le semifinali”, assicura Dybala. “Dio farà la scelta giusta”, auspica Cuadrado, l’unico rimasto a Barcellona per un fastidio alla schiena. Gli altri sono rientrati a Caselle intorno all’ora di pranzo accolti da un centinaio di tifosi.

    PERICOLO REAL, CACCIA ALLO STORICO BIS – La Juve è in un G4 d’Europa che, dopo dieci lunghi anni, vede per la prima volta una sola corazzata del trio Barcellona-Bayern Monaco-Real Madrid. Quest’ultima, unica big superstite, è per blasone e non solo l’avversaria meno gradita dai bianconeri. Centrato il record della settima semifinale consecutiva, i campioni d’Europa in carica inseguono quella doppietta inedita dall’addio alla vecchia Coppa dei Campioni, e cioè dallo storico bis centrato dal Milan di Arrigo Sacchi nel 1989 e 1990. Merengues ancora imbattute, reduci da 7 vittorie e 3 pareggi. I precedenti dicono molto bene alla Signora, che ha sempre eliminato il Real Madrid nel doppio confronto in Champions League: ai quarti nel 1995-96 e nel 2004-05 e in semifinale nel 2002-03 e nel 2014-15. Oltre a Cristiano Ronaldo che, ritrovato il gol in Europa, ha deciso di servirsene cinque nelle due gare dei quarti di finale, salendo a quota 100 reti complessive nella competizione, a spaventare la Juventus c’è la possibilità di incrociare un altro arbitro come Victor Kassai, il fischietto ungherese che ha pesantemente condizionato la sfida tra Real e Bayern.

    PROVACI ANCORA, ATLETICO MADRID – Sarebbe più apprezzato l’abbinamento con i loro “cugini” dell’Atletico Madrid, più semplice da affrontare nel doppio confronto che in una gara secca. La più “italiana” della rivali dei bianconeri è squadra comunque temuta perché ormai libera da pressioni particolari in campionato, a differenza delle altre tre semifinaliste, tutte in corsa per il titolo nazionale. “La possibilità di fare turnover dovrebbe aiutarli”, ha avvertito Buffon nella notte catalana. La formazione di Simeone, sempre vittoriosa nelle tre semifinali affrontate negli ultimi quattro anni, ha un conto aperto con la Champions, soltanto sfiorata in tre finali continentali: nel 1974 perse in modo piuttosto rocambolesco contro il Bayern Monaco, dopo aver giocato la partita due volte, nel 2014 finì ko ai supplementari contro il Real Madrid, vittorioso anche nella finale dell’anno scorso decisa dagli undici metri. Il “Cholo” sogno di chiudere col grande botto, prima di abbracciare una nuova sfida di vita. Sarà la volta buona? I Colchoneros in questa edizione dell’ex Coppa Campioni hanno vinto 7 partite su 10, mantenendo la porta inviolata in ben cinque occasioni (da quando in panchina c’è Simeone, la squadra ha totalizzato 27 clean sheet in 46 partite di Champions League), finendo per incassare soltanto 5 gol in 10 partite. Appena tre in più di quella Juve che supera i “Materassai” anche nel conto delle finali perse: ben sei.

    MONACO DA GP, E’ UNA MACCHINA DA GOL – La rivale più gradita è il sorprendente Monaco, che dopo il City di Guardiola ha spazzato via il Borussia Dortmund di Tuchel. Assente nelle semifinali dal 2003-04, la squadra francese predica probabilmente il miglior calcio della massima competizione europea. La formazione allenata da Jardim e trascinata dal tandem Mbappè-Falcao, è un concentrato di corsa, talento e tecnica, ma rischia di pagare qualcosa a livello di esperienza. Un solo successo monegasco nei quattro precedenti. Repubblica.it