Juventus, Elkann attacca l’Inter: ”Non ha ancora imparato a perdere”

Nuovo rumoroso round del derby d’Italia, a quattro giorni dal triplice fischio. Se ieri l’ad bianconero Beppe Marotta aveva etichettato come “imbarazzanti” certe lamentele dell’Inter, chiamata ad avere più cultura della sconfitta e meno predisposizione alla ricerca dell’alibi, oggi è John Elkann a punzecchiare i cari nemici nerazurri: “Sono d’accordo con Marotta, è abbastanza stupefacente che l’Inter non abbia ancora imparato a perdere, anche se dovrebbe essere abituata – trancia il presidente di Exor, la cassaforte della famiglia Agnelli -. È stato positivo vedere i nerazzurri giocare bene, peccato che poi si debbano fare tante polemiche. Quella di domenica è stata una bella partita che abbiamo meritato di vincere giocando meglio. Credo che sia importante capire bene quello che succede in campo e riconoscere la sportività che la Juve ha sempre dimostrato di avere”.
Dopo la frecciata all’Inter, John Elkann invita la Juve a non sedersi sugli allori del +7 ottenuto sulla Roma: “Il campionato è ancora aperto: ci sono tantissime partite, bisogna rimanere molto concentrati”. Infine, in merito all’inchiesta sulle presunte infiltrazioni della ‘ndrangheta nella curva bianconera: “C’è assoluta collaborazione con la magistratura, vedremo come proseguiranno le indagini, vogliamo fare chiarezza su questi temi – conclude John Elkann, a margine dell’inaugurazione della mostra a Palazzo Madama per i 150 anni del quotidiano ‘La Stampa’ -. Non siamo assolutamente preoccupati delle allegazioni fatte alla Juventus e ai suoi dirigenti”.

“SARRI ALLA JUVE? CON LE BUFALE SI FANNO LE MOZZARELLE” – L’indiscrezione che vuole Sarri in contatto con la Juventus per l’eventuale dopo-Allegri è stata seccamente smentita a mezzo Twitter dall’agente dello stesso allenatore del Napoli: “Le bufale non si smentiscono, si sfruttano per farci le mozzarelle”, ha risposto Alessandro Pellegrini a un tifoso che chiedeva notizie del presunto incontro segreto, rivelato dal quotidiano Il Tempo, tra il tecnico in tuta e la dirigenza juventina. Difficile che Sarri – che ha annunciato querela nei confronti del giornale – ripeta la “scelta discutibile” – ipse dixit – fatta da Higuain, passando dall’ombra del Vesuvio a quella della Mole. Più facile che, restando in Italia, la Signora pensi di affidare la eventuale pesante eredità di Allegri all’ex Paulo Sousa oppure a Spalletti, uno che ha stile e fame da Juve.

A dare la stura al totopanchina bianconera sono state le esternazioni possibilistiche fatte ieri da Allegri in merito al suo futuro prossimo: “Io in Premier League? Non confermo e non smetisco. Posso soltanto dire che con la Juve sono in grande sintonia: ora dobbiamo soltanto pensare a vincere, e comunque ho ancora un altro anno e mezzo di contratto”. Prove tecniche di separazione? No. O almeno, non ancora. Ma la sensazione è che, dopo due stagioni e mezzo ricche di trionfi ma quasi povere di riconoscimenti dalla piazza juventina – e dalle vedove inconsolabili di Conte -, Allegri voglia tenere la Juve sulla graticola, rosolandola a fuoco lento.

SIRENE INGLESI, DA CONTE AL CONTE MAX – L’amore dura tre anni, assicura in un suo libro lo scrittore francese Frédéric Beigbeder. La scintilla amorosa tra il Conte Max e le vedove inconsolabili di Conte non è comunque mai scattata. “Sono sempre sotto tiro”, ha detto Allegri tra una risata e l’altra alla viglilia di Crotone-Juve. I dubbi sono più dell’allenatore che della società, che ancora ieri ha ribadito per voce dell’ad Marotta di non vedere “alcun presupposto per divorziare da Allegri”. Di certo, più del mercato o di un eventuale ritocco dell’ingaggio, per sua la permanenza a Torino conteranno gli stimoli: quelli che, dopo tre anni di successi seriali, non trovava più il suo predecessore Conte. Il relativo rischio (in fondo si vince sempre, con Tizio o con Caio) per il club bianconero potrebbe essere quasi formale: cioè che la storia possa ripetersi. E insomma Londra, stavolta sponda Arsenal, potrebbe profilarsi anche nel futuro prossimo di Allegri, monitorato pure dal Psg. Tra marzo e aprile se ne saprà di più.

NUMERI EXTRA-LARGE, VIA L’ASTERISCO RESTA IL +7 – Era dai primissimi giorni di ottobre che la Juve non faceva sue due trasferte consecutive di campionato. Anche se ieri allo Scida per metà bianconero la capolista pareva in casa. Negli utimi sette viaggi fuori Torino, prima della calata a Crotone, la Signora aveva sempre alternato una vittoria a una sconfitta. Il 2-0 di ieri in Calabria rompe il tabù, ma soprattutto toglie l’asterisco della partita in meno dalla classifica bianconera, rispedendo la Roma a -7 e il Napoli a -9. Numeri extralarge, come la 19° vittoria su 23 partite, con il 79,7% del possesso palla (record dal 2005) e l’89,4% di precisione nei passaggi, di cui ben 14o fatti da Rugani e 136 da Bonucci. Ma c’è anche il 16° gol di Higuain, il 9° nelle ultime 8 giornate, il 6° in questo primo mese del 2017. Insomma, se non è un agguato bianconero al campionato, poco ci manca. La Juve vince sempre e comunque. E adesso lo fa anche partendo lenta, viaggiando a due cilindri e tenedo alcuni dei suoi big a riposo.

MANDZU E PJACA, TOP E FLOP DEI CROATI A CROTONE – “Pazienza. Determinazione. Capacità di seguire i ritmi che volevamo. Avanti così”, ha cinguettato – è proprio il caso di dire – Allegri, che vuole altri 9 punti nei prossimi impegni morbidi contro Cagliari, Palermo ed Empoli. “Vinciamo con la pazienza dei forti, di chi non si lascia prendere dalla frenesia”, ha ribadito Bonucci. La svolta a Crotone, dopo un’ora piuttosto soporifera, è arrivata grazie a una zampata di Mandzukic, l’astro polare del 4-2-3-1 a cinque stelle acceso da Allegri, ma anche l’unico big che dopo la svolta tattica non aveva ancora brillato sotto porta. Quando segna “l’amuleto” croato, la Juve vince: è già successo 19 volte in un anno e mezzo. “Spero che anche voi vi godiate i momento ‘no good’ come faccio io”, ha twittato Mandzukic a.k.a. “mister no good”, per

la sua scarsa propensione al sorriso, anche in caso di gol. Paradossalmente sembra più contento il suo connazionale Pjaca, protagonista ieri a Crotone di una prova in controluce: duelli persi, un cambio di ruolo e due gol mancati. “Grande serata, grande partita, grande vittoria”, è il tweet del 21enne che ieri ha patito l’ansia della prima da titolare dopo 202 giorni ai margini. Ma il ragazzo si farà, anche se non ha le spalle strette di degregoriana memoria. Repubblica.it