Continuano le indagini sul duplice omicidio di Anastasia Trofimova e della figlia piccola, Andromeda. È stato scoperto che Francis Kaufmann, l’uomo accusato del delitto, dormiva assieme alle due all’interno di Villa Pamphili almeno nei quindici giorni precedenti all’uccisione della donna. Lo hanno accertato gli inquirenti, coordinati dal procuratore aggiunto Giuseppe Cascini, analizzando le celle e i tabulati del telefono del californiano.
Dalle verifiche è emerso che i tre si recavano poi nella zona del mercato di San Silverio per lavarsi e fare colazione. Chi indaga colloca tra il 3 e il 4 giugno la morte di Anastasia alla luce del fatto che da quei giorni in poi il telefono di Kaufmann risulta spento. Proprio il 3 giugno il californiano è stato avvistato insieme alla moglie e alla piccola in un locale di Roma, dove è stato aggredito, come ha raccontato una testimone.
Gli omicidi nel parco e i cinque giorni fuori dai radar
Entrambi gli omicidi sono avvenuti all’interno del parco: la piccola è stata strangolata, mentre per la madre non si esclude l’ipotesi del soffocamento, ma i risultati degli esami istologici serviranno a fare chiarezza. Intanto è stato scoperto che Kaufmann ha spento il suo cellulare intorno al 4 giugno, è stato visto per l’ultima volta il 6 giugno all’aeroporto di Fiumicino e ha riacceso il dispositivo soltanto l’11, quando si trovava già in Grecia, a Skiathos. Ora le indagini si concentrano proprio sul capire che cosa abbia fatto l’uomo in quel periodo di tempo e dove si trovasse. Kaufmann intanto si trova detenuto nel carcere di Larissa, in Grecia, in attesa della decisione della locale Corte d’Appello per l’estradizione.
«Kaufmann gridava di non toccare la figlia»
Il californiano accusato del duplice omicidio avvenuto a Villa Pamphili è stato coinvolto in una lite e in una conseguente rissa il 3 giugno mentre era all’interno dello Starbucks di San Silvestro. Una testimone ha assistito alla scena, FrancescA Greco, e ha raccontato a Fanpage di aver visto Kaufmann, in preda all’ira e col volto macchiato dal sangue, gridare “Don’t touch my baby”, vale a dire “Non toccare mia figlia”, quando qualcuno si avvicinava per accertarsi che stesse bene. «È una scena che non riesco a togliermi dalla testa – dice la ragazza, in quel periodo a Roma in vacanza con le amiche -. Solo ieri ho capito che quel criminale ce l’avevo davanti agli occhi. E non riesco a non pensare a quella bambina e al suo vestitino rosa».
Inizialmente hanno sentito una donna urlare e quando lei e le altre amiche presenti si sono avvicinate per capire cosa stesse succedendo, hanno notato un uomo a terra, «svenuto e in una pozza di sangue», mentre lei «era spaventatissima». Pare che qualcuno abbia colpito Kaufmann e lui sia caduto a terra. Poi ha tentato più volte a rialzarsi ma aveva difficoltà e scivolava sul suo stesso sangue. Secondo Francesca «era evidentemente ubriaco». Ma un dettaglio che è rimasto impresso nella mente della ragazza è il fatto che nonostante l’attenzione alla piccola, Kaufmann non sembrava calcolare la donna e «lei non parlava mai, lo seguiva in silenzio».
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