Kiev: ‘Rafforziamo le posizioni a Bakhmut’

   L’esercito ucraino intende “rafforzare” le sue posizioni a Bakhmut, epicentro dei combattimenti con le truppe russe nell’est del Paese: lo ha dichiarato oggi la presidenza ucraina, in seguito alle voci su un possibile ritiro delle forze di Kiev dalla città. I comandanti in capo delle forze armate ucraine “si sono espressi a favore del proseguimento dell’operazione difensiva e del rafforzamento delle nostre posizioni a Bakhmut” durante un incontro di oggi con il capo di Stato Volodymyr Zelensky, ha dichiarato la presidenza in un comunicato.

   Il comunicato è arrivato al termine di una riunione di Zelensky con il comando militare, in cui è stata discussa in dettaglio la situazione a Bakhmut, durante la quale il comandante in capo delle forze armate ucraine Valery Zaluzhny e il comandante del gruppo di truppe operativo-strategico Khortytsia, Oleksandr Syrsky, si sono espressi a favore del proseguimento della difesa di Bakhmut.

   Tutto questo dopo che la Bild ha informato che esiste uno scontro aperto tra Zelensky e il generale Zaluzhny sulle decisioni riguardo Bakhmut Secondo informazioni provenienti da diverse fonti della leadership politica ucraina, citate dalla testate tedesca, Zaluzhny qualche settimana fa ha raccomandato di considerare la possibilità di lasciare Bakhmut per ragioni tattiche, mentre  Il capo dello Stato  su Bakhmut ha un’opinione completamente diversa.

   Da parte sua, il segretario americano alla Difesa, Lloyd Austin,  ha detto che Bakhmut ha un’importanza più simbolica che operativa e una sua eventuale caduta non darebbe necessariamente uno slancio allo sforzo bellico di Mosca in Ucraina. Austin non ha fatto previsioni su quando – né se – la cittadina verrà conquistata dalle forze russe, ma ha aggiunto: “La caduta di Bakhmut non significherà necessariamente che i russi avranno cambiato le sorti di questa battaglia”. 

    E il capo del gruppo paramilitare russo Wagner, Yevgeny Prigozhin, si è lamentato di nuovo della mancanza di munizioni al fronte – dove i suoi mercenari sono impegnati soprattutto a Bakhmut – e torna a parlare di “tradimento” da parte di Mosca per i ritardi nelle consegne. “Gli ordini sono stati dati per la consegna il 23 febbraio. Ma finora la maggior parte delle munizioni non è stata inviata”, sostiene Prigozhin in un messaggio pubblicato sui social network ieri sera. E cita due possibili ragioni per il ritardo: “Ordinaria burocrazia o tradimento”.

   I combattenti del Gruppo Wagner sono in prima linea nella battaglia per Bakhmut. Il mese scorso Prigozhin aveva rivolto dure critiche al ministro della Difesa russo, Serghei Shoigu, e al capo di Stato Maggiore, Valery Gerasimov, accusandoli di aver commesso “tradimento” rifiutandosi di fornire munizioni al suo gruppo. Pochi giorni dopo, aveva annunciato che le munizioni sarebbero state finalmente consegnate. Tuttavia, in un video diffuso nella tarda serata di sabato, Prigozhin si lamenta ancora – tra l’altro – della mancata consegna delle munizioni e avverte che “se Wagner si ritira ora da Bakhmut, l’intero fronte crollerà”. 


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