• Screenshot
  • L’11 luglio primo sciopero nazionale di ?Ikea?. Rottura sulla contrattazione integrativa. Azienda: ‘L’intransigenza delle sigle non aiuta il confronto’

    IKEAGiornata nazionale di sciopero l’11 luglio nei negozi Ikea: a proclamarla i sindacati del commercio Filcams-Cgil, Fisascat-Cisl e Uiltucs-Uil “in difesa del proprio contratto integrativo e dei propri diritti”.

    La decisione, spiega la Filcams, “dopo la disdetta unilaterale di tutta la contrattazione integrativa e le prime otto ore di sciopero territoriale a giugno”, è stata presa “dopo aver registrato il permanere di posizioni ancora troppo distanti” nell’incontro di venerdì scorso. “L’azienda insiste con pervicacia a voler mettere mano alle buste paga dei lavoratori, trasformando un elemento fisso del salario in elemento legato a indicatori variabili”, afferma Giuliana Mesina, della segreteria nazionale Filcams, anche “riducendo sensibilmente la percentuale di maggiorazione per il lavoro domenicale e festivo”.

    “L’intransigenza del sindacato non contribuisce ad una prospettiva positiva del confronto avviato”: così Ikea ha replicato ai sindacati, dopo l’incontro di venerdì che si è concluso con la proclamazione dello sciopero nazionale per l’11 luglio da parte di Filcams-Cgil, Fisascat-Cisl e Uiltucs-Uil. La multinazionale ricorda di essersi “seduta al tavolo delle trattative per ribadire proposte concrete per garantire a tutti i propri collaboratori un buon posto di lavoro.

    Purtroppo la decisione di sospendere il dialogo e indire uno sciopero nazionale va nella direzione opposta rispetto a quella della trattativa e del confronto, cui Ikea crede da sempre, come da sempre ha manifestato la volontà di arrivare ad un accordo sul Contratto integrativo”. All’incontro di venerdì, l’azienda ha confermato le quattro proposte presentate negli incontri precedenti su “un sistema di valorizzazione della parte di retribuzione variabile”; “un innovativo sistema di gestione dei turni”; per “rendere più equi i trattamenti per il lavoro domenicale e festivo che oggi presentano differenze sia da negozio a negozio, che all’interno dello stesso punto vendita (tra vecchi e nuovi assunti), accompagnate da un sistema che riconosca una percentuale di maggiorazione crescente legata al numero di presenze”; per “migliorare l’attuale sistema di welfare ed affrontare congiuntamente le tematiche attinenti la sicurezza sul lavoro”.

    Ansa