Fabrice Molinari, dal 25 dicembre al 15 gennaio, da Tunisi a Tamanrasset a bordo di una 2CV targata San Marino, sulle tracce del Raid Afrique 1973. Caravan Petrol è il titolo di un brano musicale di Renato Carosone che, sul finire degli anni Cinquanta, ironizzava bonariamente sulla smania diffusasi in quel periodo di cercare il petrolio, e quindi fortuna e ricchezza, in terra d’Africa. Con lo stesso spirito autoironico di quella popolare canzone e senza nessun intento “colonizzatore”, un gruppo di amici ha cominciato a visitare i paesi del nord Africa a bordo di anziane ma efficienti Citroën 2CV non certo per trovare l’oro nero ma per il desiderio di conoscere altri Paesi, abbattere i pregiudizi nei confronti di altre culture e socializzare le esperienze di viaggio e di vita.
QUI RICOMINCIA L’AVVENTURA
Fino dalla sua presentazione, la 2CV ispirò le imprese di arditi giramondo che, grazie all’economicità e alla semplicità costruttiva di quell’utilitaria, percorsero piste polverose, mulattiere di montagna e deserti in ogni parte del mondo.
Nel dicembre del 1953 Michel Bernier e Jacques Duvey partirono da Città del Capo per raggiungere Algeri con una traversata dell’Africa lunga 17.500 chilometri, con l’intenzione di arrivare a Oslo e schierarsi alla partenza del Rally di Montecarlo. L’impresa riuscì pienamente e solo un guasto elettrico impedì all’equipaggio di ottenere la vittoria di categoria.
Ispirati dalle prime imprese, molti altri viaggiatori si lanciarono sulle strade e le piste dei continenti, tanto da indurre la Citroën a istituire il premio “Intorno al mondo in 2CV” per il viaggio più interessante dell’anno.
Non potendo far fronte a tutte le richieste d’assistenza dei singoli viaggiatori, nel 1970 la Casa francese propose un raid di gruppo da Parigi a Kabul e ritorno. Fu un successo, che vide alla partenza 1.300 giovani a bordo di 494 vetture.
Analoga partecipazione anche per il raid dell’anno successivo che raggiunse Persepoli partendo dalla capitale francese.
Ma fu l’avventura che prese il via due anni dopo a rimanere più impressa nella memoria degli appassionati: il mitico “Raid Afrique” del 1973.
In quell’occasione la selezione dei partecipanti fu molto più severa, e gli aspiranti dovettero dimostrare di possedere nozioni di meccanica, medicina, giornalismo e fotografia.
Vennero quindi selezionati 60 equipaggi a bordo di altrettante 2CV suddivise in 5 gruppi di cui facevano parte anche organizzatori e giornalisti.
Ogni gruppo poteva contare sull’assistenza di un camion Berliet a trazione integrale, oltre a un camion-scopa che chiudeva il convoglio e a un ricognitore aereo,
Partito da Abidjan in Costa d’Avorio, il raid attraversò l’Alto Volta (oggi Burkina), il Niger e il terribile deserto del Ténéré per entrare successivamente in Algeria e risalire lungo la Transahariana fino alla frontiera tunisina per raggiungere poi l’imbarco di Tunisi.
L’impresa riuscì perfettamente grazie al coordinamento e alla guida di Jacques Wolgensinger, suo ideatore e direttore delle relazioni esterne della Casa francese, divenuto una figura leggendaria per tutti gli appassionati di viaggi in 2CV.
ALGERIA, UN VIAGGIO ALLA FINE DEL MONDO
• Meta:
Tamanrasset, capitale Tuareg e base per l’escursione al massiccio montuoso dell’Assekrem (“La fine del Mondo”).
• Percorrenza minima:
dai 5.000 ai 6.500 km. (in base all’itinerario prescelto), di cui circa 500 di piste.
• Sono richiesti:
2CV (o derivata) in ottime condizioni meccaniche, possibilmente in versione furgonata, attrezzata per dormire al suo interno; attrezzatura da campeggio; piccola dotazione di attrezzi e ricambi; apparecchio ricetrasmittente CB.
Fabrice Molinari
Comunicato Stampa