Consiglio a tutti la lettura, sul Corriere, dell’intervista, allo straordinario Renzo Piano, da parte di uno straordinariamente stupido Aldo Cazzullo. Il solito cazzullino. Giocoliere nel circo dei luoghi comuni.
Come molti giornalisti italiani, che stanno raccontando la vittoria di Macron come una sconfitta e la resistenza dell’Ucraina e dell’Europa come un sopruso.
Ma non badate alle stupide domande, leggete le spettacolari risposte.
Sull’Europa, l’Italia, la politica, la guerra, la vita, l’Uomo.
Davvero sono ammirato.
Alcuni esempi.
Domanda: I politici mentono. Sempre.
«No. La sincerità è fondamentale in politica, che è l’arte più sublime e straordinaria: l’arte della polis, di governare il bene pubblico. Ce lo siamo detti con Liliana Segre, passeggiando sottobraccio in Transatlantico, nei giorni della rielezione di Mattarella, e conversando sulla nobiltà della politica. Dovremmo ripristinare il giuramento degli antichi ateniesi: “Giuro di restituirvi la città più bella di come mi è stata consegnata”. E per i greci il concetto di bello includeva quello di buono. È la stessa cosa che intende Dostoevskij, quando fa dire al principe Mishkin che la bellezza salverà il mondo. La bellezza non è solo un fatto estetico; non a caso diciamo bella persona, bella idea. Purtroppo l’idea di bellezza ce l’hanno rubata. Oggi è sinonimo di cosmesi, di centro estetico»
Ancora.
Domanda: La Francia di oggi è più bella di cinque anni fa?
«Secondo me, sì. Lo è anche l’Europa».
Macron diventerà un giorno il primo presidente eletto degli Stati Uniti d’Europa, come sogna?
«È una possibilità. L’Europa è il nostro futuro, e Macron la sente molto. Ha creato una dinamica, insieme con la Germania, con Draghi».
Ancora.
Domanda: Ma l’Europa è divisa. Tra una nazione e l’altra. E al suo interno: centro contro periferia, città contro provincia.
«L’Europa è un’immensa città diffusa. Il contrario di città non è campagna, è deserto; e in Europa trovi tutto, metropoli e borghi, boschi e fiumi, campi e mari, tranne il deserto. In tutto il continente non esiste un posto da cui non si possa raggiungere in un’ora un ospedale, una sala per concerti, una biblioteca. Ogni 150 metri c’è la fermata di un tram, ogni 300 di una metropolitana; ogni dieci chilometri c’è una stazione, ogni 150 chilometri una stazione dell’alta velocità…».
Mai letto una definizione più bella dell’Europa.
Senza deserti.
Il deserto è nella testa dei Cazzullo.
E poi, sono “figlio di un temporale” dice, citando
De Andre’, perché nato nel 37.
Lo dice per parlare del “temporale” in Ucraina e in Europa.
Che i Cazzullo, nati sotto l’ombrellone, non capiscono.
Lampi, luci, bellezza.
Straordinario Renzo Piano.
Sergio Pizzolante