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  • La Biennale Democrazia porta ‘Ai confini della libertà’

    TORINO – Andare fino ‘Ai confini della libertà’ per tornare a riflettere sul complesso rapporto fra libertà e democrazia dentro e fuori le frontiere della nostra società. È il tema dell’ottava edizione di Biennale Democrazia, la manifestazione culturale promossa dalla Città di Torino e presieduta da Gustavo Zagrebelsky, in programma dal 22 al 26 marzo nel capoluogo piemontese. Oltre 100 incontri, più di 220 ospiti italiani e internazionali, 5 mostre e il contributo di circa 150 volontari. Il tutto in 4 itinerari tematici, Liberi tutti, Conflitti di libertà, La libertà come format, Immaginare la libertà, a cui quest’anno si aggiungono le sezioni Democrazia Futura, dedicata ai giovani e alle scuole, e Democrazia Diffusa, in sinergia con le realtà culturali del territorio. In programma anche 10 momenti di spettacolo con ospiti come Fedez e Luis Sal con il popolare podcast ‘Muschio Selvaggio’ con invitato speciale proprio Zagrebelsky. A inaugurare la manifestazione il dialogo ‘Come nasce una dittatura’ fra la giornalista e attivista turca Ece Temelkuran e la reporter Francesca Mannocchi, che sarà anche ospite del carcere per condividere con i detenuti la sua esperienza a Kiev e riflettere sul tema della privazione della libertà imposta dalla guerra. “Quello di quest’anno è un tema tra i più attuali – dice il sindaco Stefano Lo Russo -. La libertà è di per sé una della caratteristiche base di qualunque ragionamento che riguardi la democrazia e credo che questa sia una stagione di profonda riflessione su come possa esistere libertà senza giustizia sociale, perché non possono esistere diritti individuali se non esistono diritti collettivi”. “Quando ci stupiamo della crisi della democrazia, come succede con l’astensionismo – riflette Zagrebelsky – accusiamo i politici, diciamo non c’è offerta politica che suscita partecipazione, ma è vero solo in parte, siamo noi cittadini che non abbiamo più idee politiche. E la diffusione di idee è un modo di animare la democrazia. La libertà non è mai stata così a rischio – aggiunge Zagrebelsky -, perché si gode della libertà quando si è in pace e non si ha paura”, conclude.


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