Bisogna ammetterlo: la burocrazia in Italia è efficientissima. Quando devi fare una cosa semplice, non so, un cambio di residenza, ti fanno passare da un ufficio all’altro fino a ucciderti, ma se sei morto ti trattano come se tu fossi vivo, ti inseguono nella tomba per parlarti.
Il caso più eclatante è questo: l’Inps che scrive a un ingegnere, il quale aveva la pensione di cittadinanza, che non potrà riceverla. Sapete perché? È morto. Ma l’Inps gli scrive, al morto, al signor Franco O. Una bella letterina che inizia così: «Gentile signore, le comunichiamo che lei è decaduto dal diritto alla pensione per le seguenti motivazioni: è deceduto». Fantastico. Non è che scrivono a un parente, ma direttamente al deceduto. Che comunque, se vuole, potrà fare ricorso, sempre da morto. Infatti la letterina burocratica tiene a specificare al morto, di sicuro attentissimo alla procedura da seguire: «Potrà recarsi presso i nostri uffici per ricevere chiarimenti e inoltre, entro 30 giorni dal ricevimento della presente, potrà proporre istanza motivata di riesame». Di sicuro ci starà pensando.
In Italia lo Stato è così, è talmente morto che non conosce la morte e scrive ai morti in quella lingua burocratica morta che a me fa morire solo a leggerla per comunicare a un morto che non gli darà più la pensione ma se vuole potrà presentare istanza. A me non sorprende, perché trattando i cittadini già da morti quando sono vivi, non si accorgono quando muoiono. Ma mica è solo l’Inps. A me per esempio qualche anno l’Ordine dei giornalisti ha inviato una richiesta di espulsione dall’ordine, perché evidentemente sono uno scrittore indegno di scrivere su un giornale, senza accorgersi che non sono mai stato iscritto all’Ordine. Mi aspetto anche che prima o poi mi espellano dall’Ordine dei medici e da quello degli avvocati. In ogni caso, tornando all’ingegner Franco morto, suggerisco al mio amico Riccardo Pirrone, social manager della famosa agenzia di pompe funebri Taffo, di presentarsi all’Inps con la bara del morto con dentro il morto che parla (se non parla, come è probabile, Riccardo troverà sicuramente il modo di farlo parlare) e fargli ridare la sua pensione di cittadinanza. Non penso possano obiettare che è morto, gli hanno scritto loro. Amen.
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