
La Camera americana ha pubblicato le dichiarazioni dei redditi di Donald Trump al termine di una battaglia legale durata anni, durante la quale l’ex presidente ha cercato con ogni mezzo di bloccarne la diffusione. Ira del tycoon, che attacca i democratici e anche la Corte Suprema.
La pubblicazione delle tasse degli ultimi sei anni è un nuovo duro colpo per Trump, che ha esaurito tutte le strade legali a sua disposizione per mantenerle segrete. I democrati hanno fatto un pressing incessante per anni per ottenere e pubblicare le dichiarazioni dei redditi dell’ex presidente. Per il Congresso si tratta di un’iniziativa rara: una simile azione non avveniva dal 1973, quando l’agenzia delle entrate americana consegnò le dichiarazioni dei redditi del presidente Richard Nixon a una commissione del Congresso.
Dalle dichiarazioni dei redditi emerge che Trump ha avuto conti correnti bancari all’estero fra il 2015 e il 2020, incluso uno in Cina dal 2015 al 2017.
I documenti fanno luce sulle finanze del presidente e vanno a completare le informazioni parziali trapelate nel corso degli anni e il sommario pubblicato dalla stessa commissione nei giorni scorsi.
“I democratici non avrebbero dovuto farlo, la Corte Suprema non avrebbe dovuto approvare” la diffusione delle tasse perché questo potrebbe “portare a cose orribili per molte persone. I democratici radicali di sinistra usano come arma qualsiasi cosa”, ha detto Trum. Le dichiaraizoni dei redditi, sostiene l’ex presidente, mostrano come “ho avuto successo e sono stato in grado di usare alcune deduzioni fiscali per creare migliaia di posti di lavoro”.
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