C’è anche l’Unità Operativa Complessa di Cardiologia dell’ospedale di Rimini, diretta dal dottor Filippo Ottani, in particolare l’Ambulatorio Scompenso Cardiaco e Cardiomiopatie, tra i protagonisti del docufilm “Un cuore grande”, in onda domenica 15 dicembre alle ore 13.30 su LA7d e poi dal giorno seguente disponibile on demand su Rivedi LA7.
Il documentario, che ha per autrice la giornalista Donatella Romani (regia Roberto Amato), è un viaggio nelle storie di chi vive con una cardiomiopatia e ha dovuto adattare la propria vita con coraggio e tenacia alla malattia senza però rinunciare ai propri obiettivi, imparando che avere un cuore grande è una scoperta improvvisa e dolorosa, ma oggi anche una opportunità per sé e per la propria famiglia.
Patologia poco nota ma con origine genetica
Un racconto corale fatto da medici, pazienti e familiari per esplorare una patologia poco nota, che però ha un grosso impatto sulla vita di tutto il nucleo familiare dal momento che ha un’origine genetica. Si passa dal trauma della diagnosi con smarrimento iniziale al riadattamento personale e sociale nel percorso di cura fatto di inciampi e recuperi, dalle piccole e grandi vittorie che oggi è possibile raggiungere con percorsi terapeutici dedicati alle emozioni che accompagnano ogni rinascita, dall’impegno nel sociale all’innovazione scientifica che apre nuove prospettive di cura.
Samuela Carigi: “Seguiamo i pazienti affetti da cardiomiopatie con un team multidisciplinare”
In particolare i clinici intervistati sono dunque i professori fiorentini Iacopo Olivotto e Franco Cecchi (presidente AIRCAM, associazione italiana cardiomiopatie) e Samuela Carigi, dottoressa dell’Ambulatorio Scompenso Cardiomiopatie dell’ospedale Infermi, che tra gli altri ha in carico come paziente Cristina Coccia, una delle testimonianze presenti nel docufilm dove i reading di Pamela Villoresi trasmettono l’emozione di vite in salita ma piene di sogni e passioni.
“Da diversi anni ormai come Ambulatorio Scompenso e Cardiomiopatie della UOC di Cardiologia di Rimini seguiamo innumerevoli pazienti affetti da diverse forme di cardiomiopatia – spiega la dottoressa Carigi – potendo avvalerci di un team multidisciplinare di cardiologi ed infermieri dedicati e di connessioni con diversi altri specialisti, che possono essere consultati a seconda del caso specifico, in un sistema di rete al servizio del paziente”.
Malattie cardiovascolari non riguardano solo la terza età
Le patologie cardiovascolari nella percezione comune appartengono alla terza età, sono legate ad arterie ostruite, a valvole malfunzionanti, a problematiche che sopraggiungono con il passare degli anni. Ma non è così. Esistono infatti condizioni che possono interessare anche i giovani o i giovani adulti e che sono spesso legate a mutazioni genetiche e quindi mettono a rischio interi gruppi familiari; queste forme sono talora causa di eventi drammatici come la morte improvvisa, che a volte colpisce giovani atleti ignari della propria condizione. Far luce su questo universo di patologie – le cardiomiopatie infatti sono numerose e diverse fra loro – significa aprire una finestra di informazione e di sensibilizzazione verso chi ha appena ricevuto una diagnosi, verso chi è ancora in cerca di risposte, verso il pubblico che può così conoscere ed essere maggiormente informato su patologie fino a qualche anno fa orfane di terapie e che oggi invece possono beneficiare di trattamenti dedicati ed efficaci. Un viaggio che ha bisogno di essere raccontato e condiviso. Comunicare i progressi della scienza e ascoltare le testimonianze e le emozioni di chi ha vissuto l’esperienza di una malattia cardiovascolare e ha ritrovato la propria strada è la forma di narrazione più giusta per parlare in modo corretto dello scenario contemporaneo, per far conoscere l’innovazione terapeutica e per rendere concreto il concetto di una società più consapevole e quindi più accogliente.
Ausl Romagna