Una situazione in divenire, con repentini mutamenti tanto politici quanto militari. Le ultime ore in Siria sono state contrassegnate soprattutto dalla svolta arrivata dall’accordo tra Damasco e le forze curde delle Forze democratiche siriane, con queste ultime che hanno iniziato a lasciare spazio all’esercito governativo in diverse aree da loro controllate. Nel dettaglio, la situazione sta vedendo in queste ore il dispiegamento delle forze di Damasco in molte zone nevralgiche del nord est della Siria.
La “corsa” verso Manbji
Che qualcosa stesse cambiando lo si era intuito nel tardo pomeriggio di domenica, quando da Washington è arrivato l’annuncio della dislocazione di mille militari Usa in aree più a sud della Siria orientale. Tradotto in politichese, lo spostamento delle truppe americane ha voluto significare di fatto il ritiro di Washington dal teatro di guerra delle zone del Rojava. Tutto questo, secondo diverse ricostruzioni, sarebbe stato possibile grazie a un accordo con la Russia che, a sua volta, avrebbe mediato tra Damasco e le forze delle Sdf. Gli americani infatti, oltre al passo indietro, hanno posto sul piatto anche la garanzia di non ostacolare le operazioni dell’esercito siriano nell’est del Paese: è forse questo il segno più importante che dimostra il dialogo con Mosca delle scorse ore. Viene infatti lasciato campo libero al presidente siriano Bashar al Assad, il quale ha potuto iniziare a programmare l’ingresso nei luoghi controllati dai filo curdi e di attuare, nel giro di poche ore, l’accordo mediato dalla Russia.
Se tutto questo, a sua volta, può essere considerato o meno nel novero di un più complessivo accordo regionale (sempre a mediazione di Russia ed Usa) con la Turchia è difficile dirlo. Guardando soltanto ai fatti di queste ore, sta emergendo la volontà sia di Assad che di Erdogan di precipitarsi in alcune aree lasciate dai curdi. Il primo vuole riprendere regioni che erano state perse con la guerra, in modo da velocizzare i piani di riunificazione del paese, il secondo vuole invece incrementare la fascia di sicurezza anti curda. Il Giornale.it