LA CORTE EUROPEA DEI DIRITTI: “NO A CONDANNE PENALI PER I GIORNALISTI”

libertà-di-stampa2da “Il Sole 24 Ore” di ieri:
“Le sanzioni penali per i giornalisti non convincono la Corte europea dei diritti dell’uomo, anche quando si tratta unicamente di sanzioni pecuniarie. Con la sentenza del 23 giugno (Niskasaari contro Finlandia), Strasburgo fissa i paletti al margine di discrezionalità concesso agli Stati e in particolare ai giudici nazionali chiamati a decidere tra due diritti in gioco: libertà di espressione e tutela della reputazione.

Con un preciso obbligo, cioè considerare che la posizione del giornalista è diversa da quella di chi si avvale generalmente della libertà di espressione.

A rivolgersi a Strasburgo, l’editore e un giornalista di un magazine, che aveva pubblicato un articolo critico nei confronti di un collega della televisione pubblica per un reportage sulle foreste, con alcuni dati falsi. Citati in giudizio, i due erano stati condannati. (…)

Nei casi in cui è in gioco la libertà stampa, i tribunali nazionali sono tenuti a seguire i parametri fissati dalla Corte Ue e, quindi, nei casi in cui è in gioco la libertà di stampa, sono tenuti ad accertare la notorietà della persona oggetto dell’articolo e il contenuto, la condotta della persona interessata, il metodo utilizzato per ottenere informazioni e la veridicità, il contenuto, la forma e le conseguenze della pubblicazione.

La Corte utilizza la congiunzione “e”, segno che tutti gli elementi devono essere oggetto di valutazione, con un margine che così diventa molto ristretto”.

Un accorgimento che il direttivo della Consulta dei giornalisti farebbe bene a tener presente nella preparazione del codice etico per i professionisti dell’informazione: libertà di stampa non è da confondere con la libertà di espressione.