La cricca delle nomine. “Così ho fatto assumere il fratello di Alfano alle Poste”

AlfanoIl documento. L’incontro di Pizza con  Berlusconi, la raccomandazione per il congiunto del ministro e il piano per la designazione di un generale nei Servizi

ROMA. Non c’è dubbio, l’uomo delle relazioni “ad altissimo livello”, quello che può ammorbidire una commissione d’appalto o mettere la parola giusta con il direttore giusto, è Raffaele Pizza. La mente dell’associazione a delinquere, secondo i magistrati romani. Ha costruito una ragnatela, attorno a sé. È il profondo conoscitore dei salotti buoni del potere, l’instancabile tessitore di trame. I finanzieri del Nucleo Speciale di Polizia Valutaria lo ascoltano per mesi e mesi parlare e straparlare al telefono e nel suo ufficio di via Lucina, a due passi da Montecitorio. Di Angelino Alfano e di suo fratello assunto alle Poste Italiane, di Vittorio Crecco l’ex dg dell’Inps, di Silvio Berlusconi, di Antonio Cannalire il braccio destro di Ponzellini in Bpm. Gran parte delle intercettazioni sono contenute nella richiesta di arresto dei pm Paolo Ielo e Stefano Fava, di cuiRepubblica è venuta in possesso.

IL FRATELLO “RACCOMANDATO”
È il 9 gennaio del 2015. I finanzieri registrano una conversazione tra Pizza e Davide Tedesco, collaboratore politico del ministro dell’Interno Alfano. “Pizza – scrivono le fiamme gialle – sostiene di aver facilitato, grazie ai suoi rapporti con l’ex amministratore Massimo Sarmi, l’assunzione del fratello del ministro in una società del Gruppo Poste”.

Pizza: “Angelino lo considero una persona perbene un amico… se gli posso dare una mano… mi ha chiamato il fratello per farmi gli auguri…tu devi sapere che lui come massimo (di stipendio, ndr) poteva avere 170.000 euro… no… io gli ho fatto avere 160.000. Tant’è che Sarmi stesso glie l’ha detto ad Angelino: io ho tolto 10.000 euro d’accordo con Lino (il soprannome di Pizza, ndr), per poi evitare. Adesso va dicendo che la colpa è la mia, che l’ho fottuto perché non gli ho fatto dare i 170.000 euro… cioé gliel’ho pure spiegato… poi te li facciamo recuperare…sai come si dice ogni volta… stai attento… però il motivo che non arriviamo a 170 è per evitare che poi dice cazzo te danno fino all’ultima lira. Diecimila euro magari te li recuperi diversamente”

Tedesco: “Ma di chi parlava?”

Pizza: “Hai la mia parola d’onore che questo (Alessandro Alfano, il fratello del ministro, ndr) va dicendo in giro che io l’ho fottuto. Perciò io ho paura… dico… cazzo te faccio avere un lavoro… aoh… m’avve a fare u monumento… mo a minchia la colpa mia che quistu dice che (incomprensibile) 10.000 euro in più… che è stata una scelta politica come tu sai”

Tedesco: “Oculata e condivisibile”

Pizza: “E condivisa… no ma.. io glie l’ho fatto dire da Sarmi al fratello davanti a me”.

NELLA VILLA DI ARCORE
Il faccendiere Raffaele Pizza ha un modo particolare di chiamare Vittorio Crecco, l’ex dg dell’Inps dal 2004 al 2009. “Il mitico”. C’è un perché, e lui lo spiega al telefono parlando con il senatore di Ncd Guido Vicenconte, ex sottosegretario al ministero dei Trasporti. “È la prima volta che me capita uno che viene nominato dalla destra e dalla sinistra”. Crecco, racconta Pizza, sarebbe diventato dg dell’Inps grazie all’interessamento di Silvio Berlusconi. A presentarlo all’allora Cavaliere sarebbe stato, ancora una volta, lui.

Pizza: “Sono un grande amico del Senatore Bonferroni e lui mi ruppe i coglioni, diceva: dobbiamo andare ad Arcore, ti devo presentare il Cavaliere perché deve fare una grande cosa, aprire i call center. Io gli dissi: ok ci vengo, e ci portai Agostino Ragosa, che poi è diventato direttore generale dell’Agenda digitale e prima era responsabile grazie a me della parte informatica delle Poste. E anche Vittorio Crecco, che era responsabile dell’informatica dell’Inps. Crecco dice al Cavaliere di dare un milione di lire ai pensionati e gli fece tutta l’operazione sette o otto mesi prima delle elezioni. Il Cavaliere è impazzito, di fronte alla proposta, e questo gli manda quanto sarebbe costata perché ce l’aveva lui. E quindi nasce questa operazione del milione di lire alle pensioni. Ad un certo punto ci fu un “Porta a Porta” famoso, quello in cui ci fu il famoso contratto con gli italiani. Questo (Berlusconi, ndr) mi rompeva i coglioni attraverso Valentini (riferimento a Valentino Valentini, braccio destro dell’ex premier per i rapporti con l’estero), e io prima che finisse di registrare la cosa di Porta a Porta gli porto un dossier che mi ricordo a quadri. Lo diedi a Valentino (dicendogli) di darlo al Presidente. Quando lui cominciò a parlare del milione di lire, tutto questo e il resto, quello gli dice “quanto costrerebbe?”, e questo “zaaac”. E Vittorio in cambio diventò Direttore Generale dell’Inps. Poi lui è bravissimo, lo fece rinominare da Franco Marini quand’era Presidente del Senato. Tant’è che lo chiamavano “mitico”, perché è la prima volta che me capita uno che viene nominato dalla destra e dalla sinistra. È un genio assoluto”.

Viceconte: “Adesso lui dove sta?”

Pizza: “Adesso lui è in pensione, è stato 10 anni….ma lui ha cambiato l’Inps”.

LA NOMINA DEL GENERALE
Pizza si dimostra uomo capace di avere un’influenza pure sulle nomine degli apparati militari e dell’intelligence. Tanto che gli arriva una richiesta da un “non meglio specificato generale del corpo per una collocazione pressoi i servizi di informazione”. È quanto capta una cimice dei finanzieri del Valutario il 9 gennaio 2015, nel corso di una conversazione con tale Danilo Lucangeli.

Lucangeli: “Allora Cannalire (Antonio, il manager vicino a Massimo Ponzellini, ex presidente di Banca Popolare di Milano, ndr) mi parlava di questo suo amico del Generale della Finanza che li vorrebbe”

Pizza: “Che vorrebbe?”

Lucangeli: “Il vice Comandante generale della Finanza”

Pizza: “Che vuole?”

Lucangeli: “Vorrebbe in qualche modo cercare se è possibile, ho detto, la collocazione con Manenti (Alberto, l’attuale direttore dell’Aise, ndr)

Pizza: “Con Ma… io non posso! potrei fare una cosa diversa, provare a presentarglielo. Se ci riesco, e se mi dà l’ok Alfano”.

“BOERI CI PENSO IO”
Con manager di Transcom, interessato agli appalti dell’Inps, Pizza si incontra nel suo ufficio il 20 gennaio 2015.

Pizza: “Stai tranquillo che per un altro anno l’avemo scappottato….capito io Damato anche”.

Boggio: “Ho sentito Boeri, era un…”

Pizza: “Boeri ci penso io quand’è il momento, è amico di… ma siamo a livelli altissimi…. con Sarmi se gli dico una cosa la fa… capito, non rompesse il cazzo… quand’è il momento, io sono in grado di intervenire, amico amico suo proprio…. è anche una persona di grandi qualità”.

LE PREGHIERE DEL COLONNELLO
Attraverso intercettazioni “casuali” e “fortuite”, viene ascoltato anche il parlamentare di Area Popolare Antonio Marotta, molto vicino ad Alfano.

Il 5 marzo del 2015 Marotta è a colloquio con un alto ufficiale dell’Arma. Il colonnello – che non è stato identificato – chiede una mano all’esponente dell’Ncd per ottenere un trasferimento, e il deputato si mostra disponibile.

Marotta: “Mi dica che è successo?”

Colonnello: “Volevo dirle se c’era, siccome adesso inizieranno a chiamare per comandi, e io mi sono proposto, ho già fatto diciamo degli interventi. Nel caso in cui non ce la faccia da solo, se c’erano delle possibilità dei contatti, nel caso… che so…”.

Marotta: “Si decide in questo momento e io… tramite… ma poi io parlo indirettamente con il comandante generale. Tramite qualche amico comune”.

IL POTERE “IMMENSO” DEL CSM
Marotta è stato nel 2002 membro laico del Csm in quota Udc. È stato anche vicepresidente di un paio di commissioni, all’interno del Consiglio. Quei giorni se li ricorda bene, e con nostalgia. Con l’imprenditore Luigi Esposito, nell’ufficio di Pizza, si lascia andare a uno sfogo. È scontento di fare il deputato, e vorrebbe tornare al Csm “trattandosi – scrive il giudice – di un luogo in cui si esercita il vero potere”.

Marotta: “Devono passare i quattro anni, perché sennò non ci posso tornare, no? Se potevo rimanere lì me ne fottevo di venire a fare il deputato a perdere tempo qua, che cazzo me ne sfottevo. Stavo tanto bene là, il potere là è immenso, là è potere pieno, non so se rendo l’idea. Ci sono interessi, sono grossi interessi non avete proprio idea”

L’ALLARME PER LE NUOVE NOMINE
Il 12 dicembre 2014 Benedetti, ritenuta una delle menti del sistema di società cartiere e fatture false, commenta le nuove nomine decise dal governo Renzi. “Io con tutti gli amici che c’avevo m’ha levato un sacco di possibilità… perché levà Sarmi, tenere Croff… c’ha messo quel coglione di che quello non se po’. Dopo tanti anni vanno sotto con il bilancio le Poste…

Caio, là… l’Agenzia delle Entrate ce doveva mette un amico ed è uscita fuori sta Orlandi, che è un’allieva de Visco, il ministro la… ma tutti de sinistra e quasi tutti toscani, gente che non se conosce e te devi rifà da capo tutte le grotte (fonetico)”.

La Repubblica.it