La cultura come fulcro economico del nuovo “Sistema San Marino”… E’ questo il rischio di un socialismo “obsoleto”, oggi più forte perchè riunito!  … di Enrico Lazzari

Seguo con interesse, sui social, fra gli altri, Emilio Della Balda, i cui “post” mi risultano -anche quando non condivisibili- sempre interessanti e capaci di suscitare un confronto, che sia questo pubblico o interiore.

Del resto, Della Balda non è un personaggio qualunque, vista la sua storia politica e personale che tutti, sul Titano, conoscono. Una storia che lo portò a ricoprire ruoli chiave nei governi degli anni che furono e che lo vide militare sempre in quella sinistra -diciamo- “moderata”, ovvero più socialista di stampo americano che propriamente comunista.

E proprio questo aspetto, unito alla “ricetta” che lo stesso ha affidato ad un suo recente post Facebook in materia di sviluppo economico, mi ha indotto a riflettere. Non tanto sull’aspetto puramente tecnico della “cura” che Della Balda ha suggerito, ma sul futuro politico-economico del Titano alla luce della recente riunificazione delle forze socialiste.

Ma andiamo per gradi… Due giorni fa, sul suo profilo Facebook, rispondendo alle domande di alcuni suoi “social-amici” in materia di sviluppo economico della Repubblica, l’ex punta di diamante di quello che una quarantina di anni fa era il Partito Socialista Unitario, l’ex Segretario di Stato alle Finanze ai tempi del governo delle sinistre, rispondeva spiegando che secondo lui si dovrebbe puntare su “investimenti che danno prestigio alla Repubblica e buona occupazione ai lavoratori”. Impossibile dargli torto…

In particolare -ha scritto- privilegio gli investimenti sui saperi e sulla cultura in generale”. Infatti, scendendo nel dettaglio, ha spiegato che per rilanciare San Marino si dovrebbe “potenziare l’Università con la facoltà di medicina e la realizzazione di un college”, per poi prendere “in considerazione la produzione televisiva e cinematografica”; puntare sul “Kursaal per i convegni, mostre ed altri eventi qualificati”; sviluppare “il settore della musica”; creare “un museo di alto livello” introducendo una “stagione per la filosofia”… “Che si organizzi la ‘CONS Servizi’ per gestire eventi sportivi e per strutturare corsi di preparazione tecnica e atletica”; “che si creino le condizioni più opportune per istituire un Centro di Ricerca Scientifica nel settore dell’energia o della medicina”; che si organizzino “piccole fiere molto specializzate” e si “mandi avanti l’iniziativa sulla cannabis”.

Certo, la cultura è importante in una società. Ma questa può essere il cardine di un propulsore economico? Non secondo me e secondo le esperienze simili del passato. O almeno non certo a breve termine. E non come fulcro. Non di certo per il Titano, che necessita di interventi che possano dare risultati in tempi relativamente brevi e che, visto lo stato delle casse pubbliche, andranno finanziati con altro debito pubblico importante.

Lasciamo perdere la cannabis -la quale peraltro, per uso terapeutico, è stata legalizzata anche sul Titano- che non mi pare possa contribuire a rilanciare il sistema economico di San Marino. Parliamo degli interventi -diciamo- di ambito culturale. Qualcuno di voi “presterebbe” soldi ad uno Stato in dissesto economico a fronte di un business-plain che punti prioritariamente sull’Università, sulla musica, sulla produzione cinematografica e così via? Ritengo di no.

Le nicchie economiche di ambito culturale possono essere importanti a sviluppare un sistema già solido, ma non a risanarlo. Certo, ho poco a spartire, io, con questa filosofia di sinistra. La mia formazione “destrosa” prima e liberale poi, forse, mi impedisce preconcettualmente di comprenderla. Ma tant’è… San Marino, per “rinascere” e tornare a distribuire diffusamente benessere nella sua comunità ha bisogno di altro. E queste filosofie economiche, di una sinistra obsoleta e inconciliabili col contesto attuale, oggi ritengo siano un pesante ostacolo allo sviluppo economico anche del Titano, dove né una destra vera né una forza fortemente liberale esistono; dove gli estremi sono ormai rappresentati da comunisti “non pentiti”, ma mascherati, e, dall’altra parte, da cattolici di stampo “demitiano” capaci di vestirsi più di rosso o più di nero in base all’”abito” dell’interlocutore “importante” o del semplice elettore di turno.

Troverà molti consensi, presumo, nelle forze politiche sammarinesi, la “ricetta” di Emilio Della Balda… Ma, come ho detto, a mio parere -e di personaggi ben più autorevoli di me- San Marino ha bisogno di interventi diversi, dagli effetti prevedibili se non addirittura scontati.

Interventi che sarebbero anche di facilissima individuazione e che due pesanti crisi, quella dell’energia e quella della DeFi (la finanza decentralizzata, crypto e di esse derivati), hanno posto su un vassoio d’argento a chi deve ricostruire pressochè da zero il “Sistema San Marino” crollato dopo la deriva dei tre capisaldi che ne avevano decretato la solidità: anonimato societario, segreto bancario, differenziale fiscale, quest’ultimo, a dire il vero, ancora presente ma minato da una miriade di lacci e lacciuli stetti attorno al monte Titano da Italia ed Ue.

Altro che cultura… Il futuro di San Marino dovrà essere… Mi correggo: San Marino avrà un futuro solo se chi opera nella stanza dei bottoni saprà rigettare il populismo, svegliarsi dai sogni -ricordate le “speranze” propinate come certezze al Kursaal durante la presentazione del progetto San Marino Outlet Experience, oggi meno affollato di un’oasi del Sahara?-, essere concreto e razionale… Per non dire addirittura cinico.

Le più facili e concrete strade per la rinascita economica del Titano, oggi, sono due: termovalorizzatore -per attirare nuove imprese grazie ad un costo sopportabile e bloccato per un decennio almeno dell’energia, per risanare le casse pubbliche grazie agli introiti milionari derivanti dallo smaltimento dei rifiuti- e DeFi, ovvero crypto, blockchain, token, Nft, un comparto dal potenziale illimitato che oggi crolla a causa delle deregolamentazione in cui si è sviluppato e che ha spianato la strade ad avventurieri, improvvisati “guru” e truffatori. Un comparto che, privo di certificazioni e vigilanza sugli operatori e le iniziative, ha brucato centinaia e centinaia di miliardi di dollari solo nelle ultime settimane, rendendo prioritario, per i colossi seri del settore, approdare in nazioni dove la vigilanza e la certificazione significano la garanzia di qualità e serietà da presentare all’utenza.

San Marino è uno dei pochi Stati al mondo dove la DeFi può essere certificata e vigilata. Ma per sfruttare questo enorme vantaggio competitivo nell’attirare grandi, piccoli e medi operatori da tutto il mondo, serve volerlo e agire, in fretta, di conseguenza.

Ma torniamo all’aspetto politico, che mi preoccupa. In questo contesto la sinistra sammarinese si rafforza grazie alla riunificazione di tutte -o quasi- le forze socialiste, quelle più socialdemocratiche e quelle più legate, ancora, alla sinistra più antica. Una riunificazione che ho osservato con favore se non altro per la semplificazione che porta nell’assetto politico. Ma che oggi, dopo aver letto la “ricetta” prescritta da un socialista autorevole come Emilio Della Balda, mi preoccupa un po’…

L’aumento di peso specifico della frammentazione socialista superata con la riunificazione sposterà ancora più a sinistra l’asse di ogni futuro governo possibile sul Titano? Probabilmente sì. Quanti, nel nuovo Partito Socialista unito, concordano con un vecchio socialista quale è Della Balda? Temo tanti… E ciò, presto, aprirà la porta ad un altro progetto di sviluppo “aleatorio” che si rivelerà ancora una volta una chimera?. Spero di no, perchè, questa volta, per San Marino, sarebbe l’ultima!

Enrico Lazzari