La cupola. Chi ha comandato davvero in Italia … di Sergio Pizzolante

Lo dico da decenni, la politica, il
Parlamento, non contano nulla. Per dodici anni ho osservato il dibattito, vi ho partecipato, da uno scranno al livello più alto della Camera, su in cima alla scala. Mi piaceva da lì. Vedere tutta la maestosità dell’Aula. Da sopra. Avevo memorizzato i posti dove sedevano i grandi, Moro, Craxi, Andreotti, Togliatti. E mi piangeva il cuore. Loro avevano fatto norme per edificare lo Stato, la democrazia, noi votavamo leggi, su dettatura, per smontare lo Stato, la democrazia. A favore di un potere che viveva fuori da quell’Aula. Che aveva i suoi rappresentanti all’interno. Il responsabile della giustizia del Pd era un magistrato, il presidente della Commissione Giustizia era del Pd ed era un Magistrato. Il principale partito alleato del Pd( unica alleanza del partito maggioritario di Veltroni) era di proprietà di un magistrato, Di Pietro. Altri partiti corteggiavano magistrati, Fini era un interlocutore delle correnti dei magistrati al potere, nel campo avverso.
Poi i magistrati, i Pm, si sono fatti un partito e hanno preso la maggioranza.
Ora quel partito, i 5 stelle, è, nei desiderata del Pd, vecchio e nuovo, l’alleato strategico.
Perché non avete fatto la riforma della giustizia? Mi dicono sempre.
Eh già, perché?
Ma le leggi che hanno dato il potere ai magistrati le avete fatte voi, mi dicono.
Abolizione dell’immunità parlamentare, traffico di influenza, inversione dell’ onere della prova, reati associativi, abuso d’ufficio, scambio elettorale, Trojan ect.
Eh già, perché?
Quando approvammo il “traffico di influenza”, mi alzai, unico, in Parlamento, per dire che con quella legge noi stavamo dichiarando illegale l’attività politica. Nessuno mi diede ragione in Aula, quasi tutti fuori dall’Aula.
Ora viene fuori, e viene fuori nonostante i giornali e le trasmissioni televisive che hanno svillaneggiato il Parlamento per decenni, facciano di tutto per nasconderlo, che il potere vero è nelle mani di cupole di magistrati, di Pm.
Le correnti della magistratura, il Sistema, raccontato da Palamara. Che “conta più del Parlamento e del Governo”. Che hanno fatto cadere Governi, Giunte regionali e comunali.
E questo nuovo caso.
La cupola “Ungheria”.
Una sorta di loggia segreta.
Composta da avvocati, magistrati, imprenditori, che si proteggono fra loro, decidono nomine, orientano sentenze.
Dominano il Csm.
Come ha raccontato Palamara, ma in modo anche più segreto, occulto. Nascosto.
Questo avvocato Amara, dell’Eni, racconta dell’esistenza di Ungheria alla Procura di Milano. Che non fa niente. Allora un Pm da tutta la documentazione a Davigo, membro del Csm, il quale la da non si sa a chi. Segreto istruttorio? Non vale per chi è al comando. Evidentemente. Ma non succede niente. Poi la segretaria di Davigo e compagna di un magistrato, invia il plico a Repubblica e Fatto quotidiano e non succede nulla. Non pubblicano. Di colpo i giornali giustizialisti, fogli delle Procure da 30 anni, diventano garantisti.
Ci sono molti reati in questi percorsi.
Ma non si applicano.
O saranno giudicati, eventualmente, da compagni di corrente. O di loggia. O di cupola.
Capito?
Per molti sono passato per pazzo. In questi decenni.
Non ero e non sono pazzo.
Ma è una consolazione amara.
Sergio Pizzolante