
(Notizia in aggiornamento)
Alle 21.19 è iniziata la prima prima “chiama” sul voto di fiducia posta dall’esecutivo alle comunicazioni del premier Conte. Il presidente del Consiglio era stato chiaro fin dal primo pomeriggio: “Senza i numeri, il governo va a casa“. Ieri, alla Camera, i deputati avevano espresso 321 voti a favore, 6 in più della maggioranza assoluta. Al Senato sarebbe tuttavia stata un’altra storia. Quanto accaduto in Aula, ha confermato le previsioni della vigilia.
Bagarre in Aula
I sì alla prima chiama sono stati 153, i no 141. I senatori di Italia Viva, tra cui Matteo Renzi, non hanno risposto. Al secondo round, l’ex premier si è astenuto sulla fiducia, seguito poco dopo da Teresa Bellanova e dagli altri membri del partito. Intanto Maria Rosaria Rossi e Andrea Causin, entrambi di Forza Italia, hanno votato la fiducia a Conte. Entrambi, come annunciato dal vicepresidente di FI, Antonio Tajani, sono fuori dal partito.
Il clima è diventato incandescente quando il senatore Lello Ciampolillo ha chiesto di votare dopo che la presidente Casellati aveva già chiuso la seconda chiama. Nonostante le proteste, l’ex M5S non è stato ammesso al voto. Dopo le vibranti proteste della maggioranza per permettere a Ciampolillo di votare sulla fiducia al governo, Casellati ha chiesto di rivedere il video per stabilire se la richiesta sia arrivata prima o dopo il suo pronunciamento sulla chiusura del voto. Una sorta di “Var” politica, per utilizzare un termine calcistico.
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