«Voglio andare fino in fondo perchè siamo dinanzi a speculatori che senza ritegno si approfittano dell’ingenuità di ragazzine, che sicuramente ci cascano senza pensare alle conseguenze. Ma non intendo lasciare nulla di intentato». Sono queste le parole di un padre modenese che si è trasformato in ‘investigatore’ per salvare la figlia minorenne da un mondo di prostituzione minorile on line su cui, misteriosamente, ancora non è calata la censura. Le foto senza veli della studentessa, appena 16enne, infatti, sono finite sulla rete o meglio su una nota chat nella quale è possibile entrare attraverso Facebook e, soprattutto, Telegram. Stanze virtuali pericolossissime perchè ad ‘entrarvi’ esibendosi completamente nude sono soprattutto minorenni.
Stiamo parlando de ‘La Bibbia’, un maxi contenitore di immagini hard – il cui nome è volutamente blasfemo – fino a poco tempo fa sconosciuto e gestito da tre personaggi che si fanno chiamare Gesù, Pietro e Paolo. Ma come ha fatto il papà 50enne a farsi strada nell’intricato mondo del deep web? L’uomo, ingegnere, si è accorto che il conto sulla postepay della figlia adolescente era improvvisamente lievitato. Non ottenendo risposte e notando la studentessa, ogni sera, impegnata in lunghissime conversazioni ‘on line’, ha deciso di dare un’occhiata. E’ a quel punto che ha scoperto una cartella con immagini della figlia inequivocabili. Una volta consegnato l’hard disk della ragazza ad un perito, è emerso il collegamento con ‘La Bibbia’ dove la ragazzina inviava le sue foto.