La grande alleanza sovranista. Così Salvini punta l’Ue

Per Matteo Salvini le elezioni europee saranno fondamentali. Il polo sovranista, un blocco forte ma non compatto, spera di riuscire a diventare quella terza forza utile a trasformarsi nella presenza decisiva al prossimo Europarlamento. E l’idea del leader della Lega e ministro del governo giallo-verde è sempre stata quella di unificare il più possibile il blocco sovranista per creare le premesse per un’alleanza con il Partito popolare europeo. Un Ppe votato a destra e un polo sovranista meno radicale che, uniti su una piattaforma comune, avrebbero potuto ottenere una base di consenso molto ampia. Almeno nei piani di alcuni esponenti di via Bellerio e della parte più a destra dei popolari, Viktor Orban in testa.

Le cose però sono cambiate. E quel piano del Carroccio sembra essere svanito. L’idea della Lega era quella di costruire una cosiddetta “Lega delle leghe”, ma esistono troppi dubbi, specialmente in Polonia, dove i conservatori di Diritto e Giustizia (PiS) del presidente Jarosaw Kaczynski non vogliono un patto pre-elettorale. Vogliono un accordo, ma al limite soltanto dopo. E a nulla è valso il viaggio a Varsavia di Salvini, con cui il vice premier italiano sperava nel compattare totalmente il fronte euro-scettico vicino al Ppe. Troppe le divergenze, a cominciare da quelle aperture alla Russia che in Polonia sono viste come fumo negli occhi. E così, il PiS rimarrà nel gruppo dei Conservatori insieme a Fratelli d’Italia, negando a Salvini la possibilità di ergersi come leader di tutto il fronte sovranista europeo.

Per Salvini si tratta di una battuta d’arresto rispetto al suo piano di espansione del blocco sovranista. Ma è una fermata che non indica per forza la fine di un sogno, e cioè quello di compattare i movimenti nazionalisti per costituire un fronte comune. E proprio per questo motivo, come spiega La Stampa, il ministro dell’Interno sta cercando di estendere l’Europa delle Nazioni e della Libertà, di cui fanno già parte Rassemblement National e gli austriaci di Strache, riuscendo a inserire più partiti possibili. Con una novità di non poco conto: il recente ingresso di Alternative für Deutschland.

Il movimento sovranista tedesco si unirà infatti nell’alleanza che attualmente si compone dei partiti che siedono nell’Enf – i francesi di Marine Le Pen gli austriaci del Fpo, Interesse fiammingo dei belgi, gli olandesi del Pvv e i polacchi del Knp (un modo anche per lanciare un segnale agli polacchi, quelli del PiS). Ma a via Bellerio si spera in un grande gruppo unico con circa 150 europarlamentari comprensivi di Vox, il partito sovranista spagnolo, e i Democratici svedesi, i Veri Finlandesi e il Partito del Popolo Danese. “La Lega fortunatamente invita in Italia altri movimenti europei e questo accadrà anche la settimana prossima, l’8 aprile. Perché siamo diventati centrali, come Paese, fortunatamente grazie a questo governo”, ha detto Salvini. E la speranza è di una grande adunata per la fine della campagna elettorale.

L’idea di Salvini è quella di un appello da lanciare proprio l’8 aprile. Come riporta La Stampa, “un appello-manifesto per sottolineare le comuni radici cristiane, difendere l’identità nazionale, la supremazia della Costituzione italiana sulle leggi e le direttive europee. Barriere e lotta all’immigrazione con la protezione delle frontiere esterne. Sì ai rimpatri, no alla redistribuzione tra i Paesi europei dei migranti”.

Questi i punti essenziali cui si aggiunge la sfida all’asse franco-tedesco blindato da Angela Merkel ed Emmanuel Macron, il contrasto alla politica di austerità imposta dalla Banca centrale europea, lo stop ai fondi da consegnare alla Turchia. Insomma, tutto quello che unisce gran parte dei movimenti a destra del Ppe, ma anche a quelli che già dentro i popolari vogliono un cambio di rotta all’interno del grande gruppo europeo, come Fidesz di Orban (da poco sospeso dal partito in accordo con i vertici dello stesso). Ma le divisioni esistono. E sarà fondamentale capire come si strutturerà il movimento.
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