TORINO In attesa del Bayern Monaco, cui la Juventus renderà visita mercoledì sera per inseguire il sogno qualificazione ai quarti di Champions, stasera sotto con il Sassuolo. Con i tre punti sul Napoli da conservare (incrementare?) e Buffon a 94’ dal primato di imbattibilità di Sebastiano Rossi. «Tra Sassuolo e Torino ci giochiamo una fetta importante di scudetto – il parere di Allegri – la Champions? Non deve essere un’ossessione, ma un sogno realizzabile a cui penseremo tra qualche ora». Intanto, il campionato: «Siamo nella fase finale, in discesa. E dobbiamo sapere che è più pericolosa della salita, perché si può scivolare». Naviganti avvisati, insomma. Perché nulla è scontato, specie dopo avere vinto 17 delle ultime 18 partite, non prendendo gol da nove e avendo portato Buffon a 836’ di imbattibilità, a meno 94’ dal primato assoluto di Sebastiano Rossi. Di turnover non si parla quasi, anche se Mandzukic e Zaza (ex di turno) sono in ballottaggio per un posto: dall’altro lato occhio a Berardi, juventino più o meno promesso pur se in Emilia di recente hanno provato ad alzare il prezzo. Marotta è invece convinto che dietro il «semplice» pagamento di 25 milioni di euro gli consentirà di fare arrivare a Torino il talento calabrese.
Sulla carta, non sarà un match scontato anche perché negli ultimi tempi la Signora non è parsa scintillante come un mese fa. Certo non per questo la Juve è stata peraltro punzecchiata da Arrigo Sacchi, secondo cui «i bianconeri vincono in patria, ma in Europa fanno fatica», esaltando Conte («un autentico fenomeno») e ridimensionando Allegri («si accontenta di vincere»): «Io un orecchiante e uno che scopiazza? Nessuno nasce imparato, ma bisogna anche saper copiare. Ad Arrigo io voglio bene. E poi è una persona di 70 anni…». Rispetto e frecciatina, tanto per gradire. Con riferimento anagrafico giusto (Sacchi compirà gli anni il primo aprile) e tanta voglia di difendere la sua Juve: «Rispetto le idee di tutti, il calcio è materia opinabile. Semmai faccio i complimenti al Rosenborg (paragonato da Sacchi alla Juve, ndr), che ha vinto tantissimi campionati: la sua storia va rispettata. Da parte nostra, dobbiamo avere la forza di non farci scalfire da niente e da nessuno».
Non siamo al clima da accerchiamento denunciato altrove in anni passati (Mourinho, per esempio): Allegri è tipo sereno e basta. «Più di così, al momento, non avremmo potuto fare. Siamo primi in classifica, in finale di Coppa Italia e negli ottavi di Champions. Firmerei per vincere due trofei su tre, a fine stagione». Non sarebbe poco. Certo che no. Il Tempo