La killer di Nashville odiava la scuola cristiana 

“Qualcosa di brutto sta per accadere. Sentirai parlare di me quando sarò morta. Questo è un messaggio di addio. Ci vedremo in un’altra vita”. E’ l’ultimo messaggio di Audrey Elizabeth Hale a una sua ex compagna di basket poco prima dell’attacco alla scuola cristiana di Nashville, di cui era stata allieva e nei confronti della quale nutriva un forte risentimento. Quello di Hale alla Covennat School è stato un attacco premeditato: la ragazza 28enne ha valutato accuratamente come si sarebbe mossa una volta giunta sul posto. E lo ha fatto disegnando piantine della proprietà su cui sorge la scuola, oltre a descrivere passo passo nel suo diario come intendeva comportarsi. Mappe dettagliate sono state ritrovate nella sua abitazione insieme a una sorta di manifesto e altri documenti nei quali potrebbero nascondersi le ragioni del suo gesto folle. Al momento la polizia non conosce ancora le motivazioni che hanno spinto Hale ad aprire il fuoco nella scuola elementare, ma ha ammesso che una delle piste al vaglio è proprio l’odio nei confronti dell’istituto. La ragazza – ha riferito il capo della polizia di Nashville – si identificava come transgender e, secondo alcuni conoscenti, lo aveva da poco comunicato ai genitori.

L’irruzione della killer nella scuola ripresa dalle telecamere di sorveglianza

 Dai vicini di casa è stata descritta come una “persona dolce”, “normale”, anche se “forse troppo tranquilla. Nulla mi avrebbe mai portato a pensare che sarebbe stata capace di un gesto simile o che ci fossero armi nella sua famiglia”, ha raccontato un vicino di casa. E infatti la mamma della ragazza, Norma Hale, è un’attivista contro fucili e pistole e più volte sulla sua pagina Facebook aveva postato petizioni per vietare i caricatori ad alta capacità e tenere le armi lontano dalle scuole. La donna e il marito stanno collaborando con la polizia per far luce sull’accaduto e hanno raccontato che la figlia era sotto cura mediche per “disturbi emotivi”. Mentre le indagini proseguono, gli investigatori hanno pubblicato il filmato di sei minuti sulla sparatoria. Ripreso da una bodycam di un agente, il video mostra l’arrivo della polizia, la corsa al secondo piano da dove arrivavano gli spari, le urla per fermare Audrey – che indossava un cappellino rosso e dei pantaloni mimetici – e poi gli spari che l’hanno uccisa. “Suspect down”, sono le ultime parole degli agenti Rex Engelbert e Michael Collazzo per comunicare al resto della squadra che l’aggressore era a terra. Ulteriori video mostrano la donna arrivare alla scuola a bordo di una Hyunday grigia ed entrare nell’edificio. Le armi in suo possesso, in tutto tre, erano state acquistate legalmente. E proprio sulle armi si riaccende la polemica politica. Il presidente Joe Biden ha chiesto di nuovo il divieto di quelle d’assalto, come il fucile stile AR di Audrey Hale, in generale il modello più usato nelle stragi di massa americane. I democratici premono per norme più stringenti sui controlli. I repubblicani invece cavalcano un’aggressiva retorica anti transgender e attaccano i liberal paladini della comunità Lgbtq+. “Visto il numero crescente di trans e non binari che compiono sparatorie di massa, invece di parlare di armi non sarebbe meglio parlare di questi lunatici che spingono la loro riaffermazione di genere sui nostri figli?”, ha twittato Donald Trump Jr, il figlio dell’ex presidente. “Quanti ormoni come il testosterone prendeva la killer di Nashville? Tutti dovrebbero smetterla ora di prendersela con le armi. La donna che ha sparato a Nashville si identificava come un uomo. Quindi dovremmo ancora puntare il dito contro gli uomini bianchi?”, ha rincarato Marjorie Taylor Greene. Ma nella comunità di sconvolta di Nashville rimbalza e suscita rabbia la foto di Natale del deputato repubblicano Andy Ogles che rappresenta la città: uno scatto in cui Ogles è immortalato con la moglie e i figli con in mano un fucile e un albero di Natale decorato sullo sfondo

Nashville, i cittadini rendono omaggio alle vittime con peluche e palloncini


Fonte originale: Leggi ora la fonte