La lunga agonia di San Marino Capitale … di Paolo Forcellini

Credo che ormai i sammarinesi, i residenti della Capitale ed in particolare quelli nati e vissuti nel centro storico, debbano farsene una ragione.
Il paese sta morendo in una lenta ma inarrestabile agonia giorno dopo giorno.
Dopo l’euforia che abbiamo vissuto durante il Natale delle Meraviglie, che grazie alle buone e favorevoli condizioni climatiche ha fatto salire nella capitale molti turisti anche attratti dall’offerta che la Segreteria al Turismo ha saputo programmare per le festività, San Marino é tornato il paese fantasma che ormai da qualche tempo siamo abituati a vivere.
I cittadini, che da tempo vanno denunciando questa tragica situazione, stanno vivendo con profonda tristezza, rabbia e rassegnazione quest’agonia che è sotto gli occhi di tutti alla quale nessun politico, di queste ultime generazioni, è stato capace di riproporre quel turismo degli anni d’oro, che è venuto via via a mancare sino ad arrivare alla situazione attuale.
La politica è stata cieca e non ha saputo o voluto reagire alla decadenza che San Marino Capitale sta attraversando e che ha radici lontane.
Tutto è iniziato con lo spopolamento del centro storico con la migrazione di intere famiglie fuori dalle mura attratte dalle nuove zone residenziali.
A seguito di ciò vi é stata la chiusura dei negozi ed esercizi della quotidianità, sostituiti da quelli turistici, che nel tempo ed in base alle richieste del mercato si sono riconvertiti sostituendo la vendita di prodotti del nostro artigiano, quello che ci ha sempre contraddistinto come la ceramica, i liquori, i francobolli , le torte e tutta la vasta gamma dei souvenirs con merce che non appartiene alle mostre tradizioni né alla nostra cultura, offerte molte dei quali durante l’estate si possono trovare anche sulle spiagge romagnole.
Dando poi un’occhiata alle statistiche si può vedere come il nostro turismo abbia subito nell’ultimo decennio una flessione preoccupante di circa due milioni di presenze, flessione non solo numerica ma anche qualitativa.
Un dato statistico che non tiene conto dell’ulteriore calo di presenze provocato dalla pandemia in questi due ultimi anni che ha costretto alla chiusura di molte attività del comparto turistico, commerciale ed alberghiero.
I tanti eventi organizzati si sono dimostrati solo dei palliativi, salvo rare eccezioni e non hanno saputo trasformare il turismo del mordi e fuggi in turismo di sosta. Questo da sempre il problema di San Marino, e mai risolto.
Una volta vi era grande difficoltà nel poter acquisire una attività commerciale avviata, oggi quella difficoltà c’è nel liberarsene.
A tutto ciò anche la politica ci ha messo del suo … anzi bisognerebbe dire che non ci ha messo del suo.
Molte delle promesse preelettorali, impresse sui maestosi programmi dei partiti, di chi aspirava nell’ingresso in Consiglio Grande e Generale o di chi in quello nella la Giunta di Castello, una volta celebrato il rito delle elezioni, si sono volatizzate come foglie al vento.
Una capitale, pur di una “statarello” piccolo come superficie ma grande nei valori, merita molta più attenzione di quanto non abbia avuto sin ora dalle Istituzioni anche alla luce del fatto che l’Unesco lo ha riconosciuto Patrimonio Mondiale dell’Umanità.
Ma ci sono ancora quelle condizioni per le quali è stata fatta tale scelta?
Purtroppo la politica e chi di dovere è troppo preso da altri problemi tanto da disinteressarsi del futuro di San Marino Capitale da non fargli accorgere che questa sta inesorabilmente morendo sotto gli occhi increduli dei suoi pochi residenti rimasti.
Paolo Forcellini