La lunga storia del gambling e dell’Egitto

Che ci sia un filo sottile che unisce l’Egitto e il mondo del gioco ormai è un dato di fatto. Un filo che mette le radici nella storia, percorre l’attualità, parla di marketing e di investimenti, parla di ieri, di oggi e di domani. Cerchiamo però di fare chiarezza e di analizzare, per bene, i punti di forza e i perché di questo rapporto così prolifico. 

Le prime tracce di gioco d’azzardo in antico Egitto risalgono, come conferma una pubblicazione della psicologa Dalida Sarno, addirittura al 4000 a.C. Ovviamente c’entra la religione, la mitologia e tutta quella serie di credenze popolari che hanno a che fare con il destino, la buona sorte, le stagioni propizie e quelle negative. Molto spesso era presente un legame con il ritmo delle stagioni, con le piene del Nilo e con le raccolte agricole. A decidere su tutte queste cose erano dei sassolini o dei piccoli pezzi di legno, che venivano lanciati per indovinare i numeri dispari o pari. È del 3000 a.C. invece la nascita dei dadi, gioco diffuso soprattutto in Mesopotamia, la “terra tra i due fiumi” dove si svilupparono Sumeri, Assiri e Babilonesi. È qui che il gioco si evolve e lascia il suo significato rituale e sacro per diventare esclusivamente ludico, con l’obiettivo che non sarà più quello di propiziare la stagione o accattivarsi le simpatie degli dei, ma direttamente guadagnare. Esempi rudimentali di gioco da tavolo iniziano adesso a svilupparsi, nei luoghi frequentati dal popolo egiziano. 

L’evoluzione del gioco legato all’Egitto arriva ovviamente ai giorni nostri, dove il gambling è diventato un fenomeno mondiale e si è trasferito online. Le antichità egizie restano il tema ricorrente delle slot machine, come quelle che si trovano nel palinsesto di Starcasino. Basti pensare alla gettonatissima The Book of Ra e a tutte quelle ambientazioni e scenari fatti di Piramidi, Sfingi e Faraoni. 

Il presente dell’Egitto parla invece di uno stato dove le libertà individuali non sono garantite, basti pensare ai casi di Giulio Regeni e Patrick Zaki, il ricercatore dell’Università di Bologna ingiustamente detenuto da oltre un anno. Diverso è invece il caso del gioco d’azzardo, che non presenta limitazioni o norme particolari, se non per quella moralità forzata, imposta dallo stato arabo. Sono dieci oggi i Paesi in cui l’azzardo è vietato o limitato in maniera pesante: assolutamente proibito negli Emirati Arabi Uniti e in Qatar così come in Corea del Nord, “solo limitato” in Libano, Giappone, Brunei, Cambogia, Singapore, Cipro, Polonia. In Egitto c’è ancora libertà. Almeno