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“A partire da luglio partirà una riforma epocale: l’assegno unico mensile per ogni figlio fino a 21 anni“. Lo ha annunciato Giuseppe Conte, intervenuto alla Camera per convincere quanti più voltagabbana possibili a votare la fiducia per evitare che la crisi di governo possa portare alle elezioni anticipate. “Confidiamo ancora in una stagione riformista. Ancora oggi c’è una visione. Stiamo affrontando una sfida di portata epocale“, ha dichiarato aprendo il suo discorso. E ha parlato di una “solida vocazione europeista” e di un “disegno riformatore ampio e coraggioso“. Inevitabile il passaggio sull’emergenza Coronavirus, che ha costretto l’esecutivo giallorosso a compiere scelte sulle libertà delle persone. Il premier, parlando della gestione e dell’operato, ha chiarito di non avere la presunzione di ritenere di aver agito sempre nel migliore dei modi: “Se io oggi a voi che siete in Aula e ai cittadini posso parlare a nome di tutto il governo a testa alta non è per l’arroganza di chi ritiene di non aver commesso errrori, ma per la consapevolezza di chi ha impiegato tutte le energie possibili per la comunità nazionale“. Successivamente ha elencato tutte le misure economiche messe in campo, dai ristori per le attività colpite dalle restrizioni alla no tax area per gli universitari.
Non potevano ovviamente mancare le parole sulla crisi politica. “Gli attacchi mediatici sono stati aspri e a volte anche scomposti“, ha tuonato in maniera stizzita. L’intenzione è quella di risolvere l’impasse all’interno del Parlamento, secondo i principi di trasparenza e linearità: “Non ravviso plausibili fondamenti per l’apertura di questa crisi. Deve trovare soluzione in Parlamento“. Ha poi messo in guardia sui possibili rischi che potrebbero scaturire: “Rischiamo di perdere il contatto con la realtà. Questa crisi ha provocato profondo sgomento nel Paese. Rischia di produrre danni notevoli, anche perché ha causato l’aumento dello spread e ha attirato l’attenzione dei leader internazionali“.
“Fiducia nei parlamentari”
Il presidente del Consiglio è stato messo all’angolo dopo la mossa di Renzi, che ha ritirato la delegazione composta dai ministri Bellanova e Bonetti e dal sottosegretario Scalfarotto: l’avvocato è convinto di avere i numeri per proseguire l’esperienza giallorossa fino al 2023 grazie al voto dei responsabili, a cui però andrà illustrato un progetto di ampio respiro per i prossimi anni. Arrivando all’Aula di Montecitorio, non ha nascosto la preoccupazione per la fase che l’Italia sta attraversando: “C’è una crisi in corso, la situazione non è affatto semplice“. Fa comunque affidamento ai parlamentari: “Ho fiducia in loro e nel Paese“. I numeri sono ballerini e i timori sono concentrati soprattutto sulla giornata di domani, quando Conte andrà in Senato per le comunicazioni sulla situazione politica con conseguente voto. Se non dovesse avere i voti necessari, allora la palla passerà nelle mani del capo dello Stato Sergio Mattarella che deciderà come risolvere la fase di stallo che si è venuta a creare.
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