Panebianco, oggi sul Corriere, fa una analisi dei pacifisti.
Mette da parte quelli che usano il pacifismo per parlare male di noi. Dell’Europa, dell’Occidente. Sono i rumori viscerali di residui ideologismi di destra e di sinistra.
Messi da parte.
Fa invece una analisi importante del pacifismo fondamentalista.
Parte dalle “idee campate in aria” alla base del pensiero pacifista.
La prima:
pensano che non ci siano nemici. E se poi i nemici arrivano, l’unica decisione possibile e’ la resa, la sottomissione.
La seconda:
pensano che la pace dipenda solo dalla buona volontà.
E non dai rapporti di forza.
Trattativa, trattativa….
Non capiscono che se non hai forza non tratti la pace, subisci la sopraffazione. Alimenti le guerre.
Senza la forza ci sono più possibilità che ci sia la guerra.
Perché l’uomo non è buono per principio. Non sempre.
L’uomo può far la guerra. L’ha sempre fatta.
Quindi dice Panebianco, in sostanza, dove non arriva la ragione, bisogna fare i conti con il bastone.
Se ce l’ha solo il nemico, non puoi che prenderle.
Ma se il nemico sa che tu hai il bastone, sta attento, più attento, prima di usare il suo.
Chiaro?
Poi ci sono diversi tipi di bastone. E diversi modi di usarlo.
Ma questo è un altro discorso.
Sergio Pizzolante