Si avvicina un appuntamento cruciale: il 9 giugno. I sammarinesi si apprestano a esercitare il loro diritto sacrosanto al voto, un atto che va ben oltre il mero esercizio di un’opzione politica, ma che incide profondamente sul futuro e sul benessere della nostra comunità.
Alla luce di quanto si vede attorno, sorge una domanda che dovrebbe risuonare nei corridoi del potere e nelle menti dei cittadini consapevoli: qual è il ruolo di movimenti e partiti in un momento in cui le sfide socio-economiche e globali si fanno sempre più pressanti?
La soluzione è inequivocabile: la politica deve offrire proposte concrete, misure tangibili che soddisfino le esigenze reali della popolazione. Lasciando da parte i giochi di potere.
Ma quali sono i programmi? Chi sono le figure che si impegnano a trasformare le promesse in azioni efficaci e durature? Ancora non è dato saperlo. Leggiamo e ascoltiamo slogan accattivanti o generici impegni.
Si alza infine il sipario con cambi di rotta da parte dei protagonisti principali. Colpi di scena che destano stupore e qualche sorriso malizioso, intrighi, sotterfugi, “penultimatum”, che ci riportano ad anni e personaggi dei quali non si sente la mancanza. Attenzione, perché è breve il passo che divide la necessità dei grandi numeri, dalla grande ammucchiata.
Sullo sfondo, guardano in attesa di risposta, il fondamentale Accordo di Associazione con l’Unione Europea, la gestione del debito estero e l’urgenza di una crescita economica sostenibile, che richiederebbero serietà e attori competenti.
Eppure si preferiscono equilibrismi che non fanno altro che allontanare la gente, quando invece servirebbe coinvolgerla maggiormente.
Una cosa è certa: le parole spesso si perdono nel vento, ma le azioni parlano più forte di qualsiasi retorica.
David Oddone
(La Serenissima)