La politica è un campionato di serie D … di Sergio Pizzolante

La politica è un campionato di serie D
In Liguria il 54 per cento delle persone non sono andate a votare.
Stiamo parlando di uno dei più grandi casi politici della storia repubblicana, un Presidente di Regione arrestato e costretto alle dimissioni per essere liberato.
Stiamo parlando di un caso tutt’altro che anonimo, una vicenda che è stata sulle prime pagine dei giornali e dei telegiornali e dei talk tutti, in maniera ossessiva, per mesi e mesi, sino all’ultima notte di Report, la più demenziale delle trasmissioni.
Quindi, a differenza di quel che sta succedendo in Emilia Romagna e in Umbria, che si votasse per la presidenza della Regione era a conoscenza di tutti. Proprio tutti.
Ma la maggioranza di tutti non è andata a votare.
Non per la non conoscenza del fatto, non per svogliatezza, non solo per indifferenza, non solo per noia, quindi, quel che succede un po’ ovunque, da un bel po’.
No! Per rifiuto. Per disgusto anche. Forse.
Perché devo andare a votare se basta un Pm per abbattere un Presidente di Regione eletto col 61% dei voti? Che è accusato di aver creato un sistema di corruzione sistemica per poi arrivare ad un patteggiamento che esclude la corruzione? Per traffico di influenza. Per una influenza trafficata ovunque in egual modo.
Che è il modo per dichiarare tecnicamente illegale la politica, ma non per tutti.
Non nelle regioni governate, da sempre, da chi ha offerto lo spettacolo unico e immondo di andare a manifestare contro un prigioniero. Contro un prigioniero. Il fondo del barile della politica.
E se la politica è lì in fondo al barile perché devo andare a votare?
E se sono di Centro Destra per sensibilità culturale e non per militanza attiva e vedo che il presidente di regione costretto al ricatto delle dimissioni e del patteggiamento non è adeguatamente difeso dal centro destra, che si è messo a discutere del successore un minuto dopo l’arresto, perché devo andare a votare?
E se sono di centro, centro sinistra e vedo che la sinistra accetta i veti di un Conte in casa di un Grillo, che vuole dissolversi per far sparire il Conte( riuscendoci alla fine), perché devo andare a votare?
E se sono di centro o di centro sinistra per sensibilità e cultura e non per militanza attiva e vedo la leader della sinistra che dice una mostruosità, tipo dire ad un prigioniero di tenere agli arresti una Regione, perché devo andare a votare?
E se non mi importa di tutto e di nessuno e penso che la politica faccia schifo( e’ il racconto quotidiano purtroppo, ovunque), perché devo andare a votare nel momento in cui la politica dimostra, lo dimostra, di far schifo. Quando ricorre ad ogni mezzo per distruggere se stessa. Arrivando, in un caso per fortuna isolato, addirittura, a speculare sul cancro.
Cioè, voglio dire, se tu, la politica, in trent’anni e più, passi, dal campionato di serie A del potere e della storia alla serie D, perché devo appassionarmi al campionato di serie D?
Vale ovunque purtroppo.
Ma vale ancor di più se quel campionato viene interrotto dall’arbitro perché dichiarato irregolare in accordo con una parte delle squadre e con le altre che abbassano la testa.
No?
Ah, Ella, Elly, e’ contenta del suo risultato.
Spiegatele che ha perso anche in un campionato di serie D. Serie D.
Ah, i giornalisti, che inondano di benzina e rifiuti il fuoco nel campo di gioco, spiegategli che ormai commentano un campionato di serie D.
Spiegategli che sono in serie D anche loro.
Unica nota positiva: Bucci.
Un augurio di buona salute soprattutto.
Sergio Pizzolante