La politica estera sammarinese ha una guida autorevole (l’editoriale di David Oddone)

Negli ultimi anni, la politica estera di San Marino ha subito un’evoluzione significativa, contraddistinta da una maggiore determinazione e indipendenza decisionale. Un cambiamento manifestato nella recente iniziativa del Segretario di Stato per gli Affari Esteri, Luca Beccari, che sta guidando il processo di riconoscimento effettivo dello Stato di Palestina, dimostrando come il Paese sia in grado di adottare posizioni proprie, distinte e autonome rispetto ad attori internazionali più influenti.

Il prossimo riconoscimento della Palestina – si potrà essere d’accordo o meno – è una scelta che comunque sia, mette in luce il coraggio e la chiarezza di visione del Segretario Beccari, il quale, in un contesto evidentemente complesso e polarizzato, ha saputo tracciare una rotta che riflette non solo i valori storici di neutralità e pace della Repubblica di San Marino, ma anche la sua risolutezza nel prendere decisioni basate su una valutazione accurata delle dinamiche geopolitiche. L’accredito dell’Ambasciatrice Palestinese, Abeer Odeh, va così oltre al mero atto formale: è una dichiarazione di intenti che sottolinea l’impegno del Titano a favorire il dialogo e a contribuire alla ricerca di soluzioni pacifiche nei conflitti.

L’incontro tra Beccari e Odeh rappresenta una occasione emblematica, di grande importanza, in cui si riafferma con fermezza la volontà di essere un interlocutore attivo.

Appare ovvio come si vada oltre la semplice adesione alle linee guida dettate dalle potenze maggiori, ponendo la piccola Repubblica come un soggetto con una propria identità diplomatica, capace di contribuire in modo originale al dibattito globale.

La politica estera sammarinese, sotto la guida di Beccari, si caratterizza per una sintesi equilibrata tra vicinanza agli alleati tradizionali e l’affermazione di un’autonomia di pensiero e azione.

Perciò il riconoscimento della Palestina, che potrebbe sembrare una scelta controversa in un momento di tensione estrema, è in realtà espressione di una strategia ben ponderata, volta a riaffermare la preminenza del diritto internazionale e della diplomazia nel risolvere i conflitti.

L’abilità di Palazzo Begni di agire in modo indipendente, pur mantenendo saldi legami con l’Europa e con gli Stati Uniti, è un segnale di maturità e di solidità istituzionale.

Il terreno sul quale sta camminando il Segretario agli Esteri è scivolosissimo: ogni mossa diplomatica deve essere calibrata con estrema attenzione. Eppure Beccari sta dimostrando di saper navigare in acque difficili, senza cedere alle pressioni esterne, ma anzi, utilizzando tali pressioni per rafforzare la posizione del Titano nello scacchiere mondiale.

Per citare Gaber – uno di sinistra non della sinistra -, la politica è spinta, è voglia di cambiamento reale, di pensare a noi stessi, a come vorremmo essere, alle nostre pulsioni, ai nostri desideri. Se partiamo da queste cose la politica può diventare molto appassionante. Non la politica dei giochi dei rapporti di forza, ma la politica nel senso del pensiero inteso da Platone, della filosofia, dell’uomo. Significa avere un progetto che va anche oltre noi stessi per arrivare ai nostri figli e a chi verrà dopo di loro.

Ebbene siamo di fronte a una nuova fase della politica estera: assertiva, libera e profondamente radicata nei valori storici dell’Antica Repubblica. Al tempo stesso capace di guardare al futuro con pragmatismo e visione strategica.

 

David Oddone

(La Serenissima)