Si è appena conclusa una settimana di fuoco per l’Unione per la Repubblica.
Nella riunione di lunedì si è svolto lo scontro tra il presidente Marco Podeschi e il capogruppo William Giardi; mercoledì mattina Podeschi ha rassegnato le proprie dimissioni dal partito e dal Consiglio ai Capitani Reggenti; mercoledì sera nella riunione del direttivo anche Giardi ha ventilato le proprie dimissioni dall’Aula consiliare; giovedì è intervenuto il coordinatore Nicola Selva richiamando tutti al rispetto reciproco e a quello degli elettori Upr; venerdì è stata la volta di Giardi che da queste pagine ha annunciato da un lato che non si dimetterà e dall’altro che chiederà chiarimenti a Selva per la fuga di notizie di mercoledì sera e per altri atteggiamenti.
Oggi abbiamo incontrato lo stesso Selva per fare il punto della situazione.
Dopo le ultime dichiarazioni, ci può chiarire la situazione nel suo movimento?
“Per i motivi che ho già espresso nei giorni scorsi, ho tenuto personalmente contatti quotidiani con Marco Podeschi per convincerlo a ritirare le sue dimissioni e le pos- so dire che Marco vive la politica con grande passione e impegno e le sue intenzioni non sono state dettate da personalismi ma da una politica che non rispecchia in questo momento quei presuppo- sti che per lui sono fondamentali: rispetto, linearità e lealtà. Inoltre ho avuto conferma che William Giardi non ha dato le dimissioni”.
Alla luce delle ultime vicende quali saranno i prossimi passi che farà?
“Io ho già avuto pieno mandato dalla mia direzione a gestire la situazione e lavorerò principalmente per mettere in sicurezza e rilanciare l’azione dell’UPR. Sarà mia intenzione convocare nei prossimi giorni un’assemblea del movimento perché al di là delle situazioni personali è importante capire cosa l’Upr vuole in termini di prospettiva politica. Per me tutte le altre questioni non devono più esistere”.
Quindi?
“Negli ultimi giorni sono stato contattato da parte di tanti iscritti ed amici che mi hanno chiesto di tornare a far politica per il Paese. Di fronte ai numerosi problemi che ha la Repubblica di San Marino, non si può continuare a parlare di questioni di poco peso o di mero pettegolezzo. Oggi serve una politica capace di mettere in campo idee e proposte”.
Quali linee politiche intendete proporre?
“Guardi, come ho già detto in altre occasioni, oggi si è aperto un dialogo in termini di prospettiva, alla luce del sole, con Alleanza popolare a cui l’Upr desidera dedicarsi fino in fondo. Un confronto che va avanti ormai da diversi mesi e che è aperto a tutte le forze moderate del Paese.”
Qual è il vostro obiettivo? Correrete insieme alle prossime elezioni?
“È in atto un dialogo importante con un confronto proficuo che sta andando avanti. Apprezzo la serietà di Alleanza popolare nei nostri confronti. Con loro andremo ad approfondire prossimamente temi concreti. Poi, come si dice: se son rose…”
Quali sono le vostre priorità?
“Di fronte ai numerosi problemi che attanagliano la Repubblica di San Marino, noi per prima cosa ci concentreremo sul Bilancio dello Stato perché siamo preoccupati dello suo stato di liquidità. Su questo punto chiediamo maggiore trasparenza e interventi risolutivi, in quanto la grave recessione che ci ha colpito può avere conseguenze drammatiche per il Paese. La prima cosa da fare è mettere in sicurezza il bilancio statale”.
Cos’altro?
“Sicuramente il tema del lavoro. Di fronte ai numerosi disoccupati servono interventi e progetti tesi a rilanciare lo sviluppo del paese e quindi ridare lavoro. È dall’inizio dell’inizio della legislatura che l’Upr preme il Governo a costruire un progetto capace di dare un nuovo slancio a tutte le attività presenti in territorio e attirare anche nuovi investimenti con un piano che riporti il nostro settore ad aumentare i posti di lavoro”.
Nel prossimo Consiglio ci sarà il dibattito sulla delicata situazione del settore bancario e finanziario e di Bcsm. Voi cosa ne pensate? “L’Upr ha chiesto più volte chiarezza sull’operato di Banca Centrale in quanto riteniamo che sia un’istituzione nevralgica per le sorti del sistema finanziario. Un Istituto che in questo momento non svolge quel ruolo di riferimento per il sistema Paese e soprattutto non può continuare a essere una “torre d’avorio” dalla cui cima i dirigenti forensi assistono alla disfatta del Paese. Upr, ricordo, ha presentato un progetto di revisione dello statuto di Banca Centrale che è da mesi in attesa di essere esaminato in sede referente dalla Commissione Finanze e credo che sia ormai urgente un intervento legislativo”.
Davide Giardi, La Tribuna