NON mollano. Non ci pensano proprio i magistrati grossetani a farla passare liscia a Francesco Schettino: «Deve essere arrestato». Sono convinti, profondamente convinti, che l’ex comandante della Concordia abbia intenzione di scappare all’estero. Tanto più dopo la condanna a 16 anni di carcere. Una convinzione non condivisa dai giudici del tribunale maremmano, che l’11 febbraio scorso non hanno accolto la richiesta di arresto presentata dalla procura. Una convinzione che si è rinfocolata nei pm Maria Navarro, Alessandro Leopizzi e Stefano Pizza dopo aver visto il servizio della trasmissione Le Iene in cui un «procuratore» dell’entourage di Schettino, Francesco Pepe, figlio dell’avvocato Domenico che ha assistito l’ex comandante fino a ieri, si è presentato negli studi Mediaset per capire quale fosse la reale proposta. ACQUISITO e visionato il filmato, i magistrati hanno preparato l’impugnazione al Tribunale del Riesame di Firenze nel giro di 24 ore. «Schettino può andare via. Ne eravamo convinti durante il processo e ne siamo convinti ancora di più in questo momento. L’elemento che ci ha spinto a chiedere al Tribunale del Riesame l’arresto è stato il servizio della trasmissione televisiva di Mediaset», ha precisato il sostituto procuratore facente funzione di procuratore capo a Grosseto, Maria Navarro. Una guaio dietro l’altro per capitan Inchino. Della sua possibile partecipazione all’Isola dei Famosi se ne era già parlato diverse volte. Ad agosto, quando la notizia rimbalzò in un settimanale di gossip. E anche qualche giorno prima del suo interrogatorio a dicembre. E Schettino? Aveva sempre più o meno smentito. Anche se qualche sorriso «malizioso», nel foyer del Moderno, gli era scappato tra un succo di frutta e un’aggiustatina al ciuffo. Le risate e gli ammiccamenti, però, sono stati spazzati via quando Francesco Pepe, il figlio di uno dei legali di Schettino, volto noto alle cronache perché durante il processo a Grosseto si intratteneva spesso di fronte alle telecamere, si è presentato per ben tre volte negli studi Mediaset. Chiamato da un «falso» produttore dell’Isola dei Famosi per «ascoltare» la proposta. Proposta che lui ha «girato» a Schettino, ricevendo ben presto una risposta che ha fatto accapponare la pelle: «Il Comandante ha detto Pepe alle Iene garantisce la sua presenza a fronte di un cachet di 2 milioni e mezzo di euro». SCHETTINO, come al solito, ha negato. Giurando e spergiurando di non sapere niente. Peccato che Francesco Pepe proprio ieri lo ha inchiodato di fronte alle sue responsabilità: «Potrei solo sperare che non mi abbia riconosciuto ha detto in caso contrario non posso certo accettare che si permetta di sostenere che io abbia agito senza essere stato incaricato da lui e a sua insaputa. È sempre stato preventivamente e successivamente informato di tutto quello che succedeva». A favore di Schettino è intervenuto l’unico legale rimasto ad assisterlo, Donato Laino: «Una richiesta basata su un nulla, anzi su una bufala», ha tagliato corto il legale. «Chi ha parlato nel video, ha detto: Io sto valutando’, non ha specificato che era il comandante. Il comandante ora è nella sua casa, e non ha mai fatto biglietti per la Giamaica o per la Papuasia». Non bastava, quindi, la lezione all’università La Sapienza. No, Schettino voleva provare l’ebbrezza del naufrago. Come quelle quattromila persone che hanno rischiato di morire il 12 gennaio del 2102 al Giglio, perché lui voleva fare una «sgommata» a trenta metri da un’isola con un transatlantico. Trentadue, però, volendo non possono indignarsi per quei due milioni e mezzo che sarebbero stato chiesti per cercare di accendere il fuoco insieme a Rocco Siffredi su una spiaggia dell’Honduras. Il Resto del Carlino
