La stupidità è la più grande forza distruttiva nella storia del genere umano. Non è eliminabile, ma non è invincibile. Capirla e conoscerla è il modo migliore per ridurne gli effetti. Che la stupidità sia un problema grave e pericolosamente diffuso è cosa nota fin dall’antichità. Ma è sorprendente quanto siano scarsi
in tutta la storia della cultura umana i tentativi di capire che cosa sia la stupidità e come se ne possano
ridurre i perniciosi effetti. Una cosa è chiara: di tutte le possibili forze distruttive nessuna è così insidiosa,
pericolosa e onnipresente come la stupidità umana. Questo libro non si propone l’impresa impossibile
di risolvere il problema. Ma capire la stupidità, conoscerla e guardarla in faccia, è un modo per controllarla
e ridurne le conseguenze. Non dobbiamo avere paura del potere della stupidità, ma neppure sottovalutarla
o illuderci di esserne immuni. Il problema è troppo serio per poter essere comico, ma conoscerlo e capirlo
può essere stimolante e divertente.
Immaginavo che “tutti” conoscessero l’apologo dello scorpione e della rana. Alcuni lettori (tutt’altro che distratti o male informati) mi hanno detto che non sapevano di che cosa si trattasse. Così ho capito dove avevo sbagliato: solo perché ci capita di sapere una cosa, non è ragionevole credere che la conoscano anche “tutti” gli altri. E comunque quella piccola fiaba “esopica” può meritare qualche commento.
Sembrano ignote le sue origini. Qualcuno pensa che si possa attribuire a Esopo, ma non risulta che sia stata scoperta in un manoscritto di duemila anni fa, né che fosse diffusa in greco o in latino per antica tradizione “orale”. Non si sa chi sia l’autore, ma pare che sia in circolazione da poco più di cinquant’anni.
La storia è questa. Uno scorpione vuole attraversare un fiume, ma non sa nuotare. Chiede a una rana di traghettarlo. La rana non si fida, ma lo scorpione la rassicura: “se ti pungessi annegherei”. La rana accetta, ma a metà percorso lo scorpione la colpisce con il suo aculeo velenoso. La rana, disperata e morente, gli chiede “Perché?”. Lo scorpione, prima di morire annegato, risponde “È la mia natura”.
IL concetto è variamente applicato ad analisi storiche, o di cronaca contemporanea, sugli aspetti “oscuri” del comportamento umano.
Fra le tante varianti ce n’è una libanese, in cui la risposta finale dello scorpione è «Mia cara, questo è il Medio Oriente». Si potrebbe dire lo stesso anche in altre parti del mondo.
Ci si può sbizzarrire all’infinito sulle circostanze in cui qualcuno si colloca nel ruolo dello scorpione (o della rana). Il fatto è che in questa irritante fiaba c’è una fastidiosa verità: accade davvero che qualcuno si comporti in modo incomprensibile senza alcuna identificabile ragione se non che, chissà perché, “quella è la sua natura”.
Qual è la “morale della favola”? Credo che il significato più forte sia proprio la sua inspiegabilità. Un agire con danno per sé e per altri senza alcun comprensibile motivo. Una follia che si annida nella “natura” umana, di cui si vedono molti esempi. Alcuni, per fortuna, più comici che preoccupanti – ma altri, purtroppo, dolorosamente tragici.
Ma se sembra relativamente facile individuare , la rana e lo scorpione nel teatro politico sammarinese, e cioè la rana che rappresenta la coalizione di centro-destra e lo scorpione che è identificabile in Alleanza Popolare, il topolino è di non facile collegamento. Eppure c’è chi ha fatto il topo , chi si è nascosto nei “fori” di altri partiti , chi si è fatto caricare sulle spalle più robuste , e forse si mangerà “tutto il formaggio” perchè goloso e viziato a “rubare” provviste altrui. Se lo scorpione inganna la sua stessa coscienza per non sottrarsi alla sua “natura” autodistruttrice e lo fà consapevole del fatto di portar “novità” e nuova morte politica, il topolino si nasconde prolifera si moltiplica e forte del ripopolamento attacca il sistema .
IL TOPO DELLA POLITICA , ATTESO DALLA DC COME UN NUCLEO TENDENTE ALL’ESTINZIONE , ha invece procreato almeno 7 consiglieri, e tenendosi ben distante dallo scorpione , aspetterà l’uccisione della rana nel punto più alto “del guado”, sicuro che non sopravviverà. C’est la vie mon camarade.
vostra “colendissima” spam