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Lo definisce “un colpo mortale” Roberto Andò, direttore artistico del Teatro Nazionale di Napoli, “l’unico del sud”, che dall’oggi al domani si è trovato a fare a meno di due milioni di euro e a sospendere, almeno per il momento, la stagione estiva a Pompei. “Un sacrificio necessario per mettere in sicurezza il teatro”. In quella che doveva essere la consueta presentazione al Mercadante di ‘Pompeii Theatrum Mundi’, reduce da un cda di buon mattino, Andò dà la notizia: “Doveva essere una conferenza, è un incubo: l’altro ieri con una telefonata del capo di gabinetto del presidente della Regione Campania ci è stato comunicato che il contributo Poc è cancellato. Non si tratta di un taglio, ma di una mutilazione.
Il direttore del parco archeologico Zuchtriegel (non presente all’incontro – ndr) è sconvolto quanto me. Non ci sono state date motivazioni. Ci è stato solo detto che i fondi saranno utilizzati per altro”. La spesa per la rassegna estiva, alla sesta edizione, è di circa 700mila euro per quattro spettacoli tra giugno e luglio. “Abbiamo ora un dialogo aperto con il ministero della Cultura; il ministro e il sindaco di Napoli sono stati informati subito”, dice Andò, sottolineando che “questo teatro ha un significato sociale e rappresenta un mondo di lavoratori. Si tratta di un atto contro il Mezzogiorno, contro Napoli, contro la cultura”. Il timore che serpeggia è quello che il taglio possa mettere in discussione i parametri che consentono al Mercadante-Ridotto-San Ferdinando di essere un teatro nazionale. “Questo contributo era organico dal 2015. Oggi avrei dovuto annunciare un festival punta di diamante, ora chiediamo solo un po’ di tempo per valutare questo colpo. Avvisaglie? Nessuna. Durante la pandemia la Regione ha avuto un ruolo importante, da un anno ci siamo posti in ascolto sollecitando incontri mai avvenuti. Ed ora la notizia che arriva in questa forma… E’ doloroso sacrificare Pompei. L’anno scorso De Luca era seduto qui accanto a me! Al Nord c’è la possibilità di soccorso dei privati, ma qui gli interlocutori politici sanno che non è così. C’è solo un piccolo manipolo che investe sul San Carlo. E i fondi europei che transitano attraverso la Regione”. I finanziamenti al teatro comprendono il contributo della legge regionale per un milione e 700mila euro (a cui si aggiungeva il fondo Poc di due milioni cancellato), il Comune di Napoli versa 940mila euro, la città metropolitana un milione, il Mic un milione e 657mila.
“Va rimodulato tutto – spiega il regista siciliano che avrebbe dovuto mettere in scena un suo spettacolo negli scavi -. La scelta di tagliare Pompei spetta a noi. Ed è una scelta necessaria per salvare il teatro, che deve restare nazionale”. Arriva Lina Sastri, anche lei sorpresa: “Tutto questo è paragonabile alla chiusura di una fabbrica”, osserva, raggiungendo al tavolo la vicepresidente vicario del cda Stefania Brancaccio. “Il teatro Mercadante, con tutte le sue produzioni, rappresenta un’istituzione culturale fondamentale per Napoli: la sua programmazione dà valore alla città proiettandola a livello nazionale. Come Comune e Città metropolitana ci stiamo adoperando per sostenere il Mercadante ulteriormente rispetto al passato con nuovi fondi che diano la garanzia di proseguire questo grande lavoro”, è il messaggio che giunge dal sindaco Gaetano Manfredi.
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