«La rinascita è avviata, usciremo dalla palude». Il Resto del Carlino intervista il Segretario Celli

Un governo che presenta piani e proposte e un Paese che, attraverso i suoi rappresentanti, dai sindacati, agli industriali, alle opposizioni protesta e dichiara il suo scontento.

Cosa succede, segretario Celli?

«Il piano di sviluppo e stabilità che abbiamo presentato rappresenta la base di partenza per un confronto serio. Il lavoro può essere migliorato quindi oltre ai rilievi critici attendiamo proposte».

Liquidità nelle banche e per far andare avanti la macchina amministrativa: come è la situazione?

«Sul fronte bancario l’emorragia che è stata in atto anche nel 2017 inizia ad avere una contrazione e il trend è avviato verso una stabilizzazione. Per quanto riguarda la pubblica amministrazione è stata avviata una linea di credito ma non c’è dubbio che occorre una gestione oculata».

Cosa significa in termini concreti?

«Riduzione spesa pubblica, riforma previdenziale, introduzione del regime Iva, aggiustamenti sull’imposizione diretta, istituzione del nucleo di polizia tributaria per il recupero dell’evasione».

Sul fronte occupazione come pensate di procedere?

«Anche qui abbiamo dei segnali incoraggianti con le varianti al piano regolare che saranno presentate al Consiglio grande e generale la settimana prossima. Ma non c’è alcun dubbio che dobbiamo puntare all’abbattimento della burocrazia, quindi a un rapporto semplificato tra Stato e imprese, così come sono necessarie le infrastrutture urbanistiche e tecnologiche. Ma servono anche nuove strade e un nuovo ospedale. Non ultima la competitività fiscale che vogliono continuare a mantenere».

Un piano molto ricco di idee, ma servono soldi per avviare tutto questo. Dove trovate gli investitori?

«Ci vuole molta credibilità e penso che un rapporto più stretto con il Fondo monetario internazionale sia indispensabile per accrescere questa credibilità che, quando sarà raggiunta, attirerà partner esterni. La nostra economia dovrà essere diversificata, questo è un aspetto fondamentale, anche se restano vocazioni tradizionali come quella turistico-commerciale, dei servizi e della produzione, ma con un sistema bancario più solido».

Per ricostruire una credibilità a livello mondiale, però, servono anni. Ci sembra che i tanti problemi del Paesi necessitino di tempi brevissimi…

«Da qualche parte bisogna pure iniziare e alcune risposte stanno già arrivando: ricordiamo i lavori di costruzione del polo della moda, tanto per fare un esempio. Naturalmente ci sono questioni estremamente importanti come quelle che riguardano le banche per le quali servono soluzioni rapide e definitive. Ho avuto modo di dire, anche di fronte ai sindacati, che per uscire dalla palude il percorso è lungo e ci sono scelte difficili da attuare. Ma bisogna andare avanti con coraggio e consapevolezza perché il cammino è avviato».

Segretario, pensa che un rapporto meno conflittuale con l’opposizione per far uscire San Marino, come lei ha detto dalla ‘palude’, sia possibile?

«Se sia possibile non lo so. Io continuo a sperare che avvenga».

Monica Raschi, Il Resto del Carlino