LA RIVINCITA DELL'ECONOMIA REALE di Giorgio Felici

LETTERA APERTA ALLE COALIZIONI

Il trucco dell’economia di carta e la rivincita dell’economia reale. Sono i temi della lettera aperta alle coalizioni elettorali firmata Giorgio Felici, segretario della Federazione Industria della CDLS.

Quante volte in questi anni abbiamo sentito ripetere ‘basta capannoni’. Frase molto di moda, che ha contagiato politici di governo e di opposizione. Quasi un destino ineluttabile per la nostra piccola economia, segnata dal tramonto delle fabbriche (e dei suoi operai) per lasciare il posto ai giochi (veri e virtuali) del tavolo verde e della piazza finanziaria. Era inutile insistere, incalzare i governi sul tema dello sviluppo e delle infrastrutture.
Era inutile e perfino arretrato parlare del valore occupazionale e produttivo di tante aziende manifatturiere che chiedevano, e continuano a chiedere, spazi sul territorio. Aziende storiche, lo zoccolo duro di una economia sammarinese che, come ha giustamente sottolineato il segretario dell’Anis Carlo Giorgi, hanno fatto davvero impresa e non speculazioni. In poche parole: hanno creato e distribuito ricchezza.
Se l’urgano finanziario di queste settimane ha un merito, è sicuramente quello di avere scoperto l’enorme trucco dell’economia di carta, oltre la follia delle ricette ultraliberiste che predicavano un mercato senza regole, senza valori e magari senza la presenza ingombrante del sindacato.
Questa storia è finita.
Lo sconvolgimento economico-monetario che sta attraversando il mondo ha il merito di riaffermare il ruolo indispensabile dell’economia reale. Quella solida rete fatta da piccole e medie imprese che producono beni, servizi e occupazione. Che stanno sul territorio, investono e si rivolgono al sistema bancario per accedere a linee di credito, senza inseguire il miraggio degli arricchimenti facili in borsa.
E’ insomma la rivincita dell’economia reale: della fabbrica, della quotidiana fatica di chi sta alla catena di montaggio, così come di chi rischia capitali per fare impresa. Non ci sono scorciatoie. Indicare prospettive concrete di sviluppo è il dovere di una classe dirigente, e soprattutto della futura coalizione di governo. E allora bisogna ripartire dalla consapevolezza che San Marino ha bisogno di lavoro vero, di formazione di qualità e di un rilancio degli investimenti industriali.
Continueremo ad insistere.

Giorgio Felici

da www.cdls.sm