La Russia invia militari in Siria. Stati Uniti in allerta: «Siamo preoccupati»

l43-crimea-russia-140320113511_bigLa Russia ha aumentato il suo dispositivo militare in Siria con due navi per lo sbarco di carri armati e veicoli blindati da trasporto truppe: lo ha riferito un responsabile americano, secondo il quale le due navi sono arrivate a Tartus, ai confini del Mediterraneo, dove i russi dispongono di una base permanente.

Veicoli blindati e decine di soldati si trovano già presso l’aeroporto Bassel al Assad, nella regione di Latakia, roccaforte del regime. «I soldati sono meno di 50», ha indicato un responsabile della Difesa Usa. «Non possiamo dire con certezza se» i russi «sono arrivati per combattere l’Isis o per affrontare l’opposizione» al regime di Assad, ha commentato ancora la fonte.

 Intanto, il ministro russo degli Esteri Sergey Lavrov e il collega americano John Kerry hanno discusso al telefono la crisi siriana per la seconda volta nel giro di pochi giorni. Una intensificazione del confronto che arriva sulla scia delle preoccupazioni espresse da Washington sulla possibilità di un coinvolgimento militare russo nel conflitto, ma anche della condivisa opinione sull’urgenza di una svolta nel Paese mediorientale.

Fronte Hezbollah:?sono solo “esperti militari”
Sono solo “esperti” militari quelli inviati da Russia e Iran in Siria. Lo dice in un’intervista all’Ansa Abu Zalem, responsabile militare di Hezbollah e reclutatore a Beirut di miliziani sciiti che combattono al fianco delle truppe di Damasco. «In Siria non abbiamo bisogno di truppe da Mosca e Teheran, ma di strateghi», aggiunge Zalem.

Russia sempre più interventista
I fatti mostrano comunque che, nelle ultime ore, è diventato sempre più scoperto il crescente intervento militare russo in Siria a sostegno del presidente Assad, mentre i ribelli islamici avanzano nella provincia nord-occidentale di Idlib conquistando vaste parti della base aerea di Abu al Dohur. Dopo i divieti di sorvolo di Atene e Sofia, che hanno irritato Mosca per la presunta ingerenza Nato, il Cremlino ha iniziato a rafforzare i suoi rifornimenti con un ponte aereo su ”rotte alternative”. Tra queste l’Iran (alleato di Damasco), che ha aperto i suoi cieli accogliendo «tutte le richieste russe», come ha annunciato l’ambasciata russa a Teheran.

Per mosca sono “aiuti umanitari”
Una via obbligata, probabilmente insieme all’Iraq, perché Mosca vuole evitare di volare sopra la Turchia, anch’essa membro Nato ma soprattutto nemica di Assad. In realtà la Bulgaria aveva subordinato il suo permesso al controllo di quelli che Mosca chiama “aiuti umanitari”, la stessa definizione usata per i convogli con cui si sospetta abbia inviato armi ai ribelli del Donbass. Ma il Cremlino non accetta controlli e quindi anche l’ipotesi che Atene potesse aver cambiato idea, come sostenuto da una fonte dell’ambasciata russa in Grecia, ha perso ogni importanza. Ma rafforza i sospetti, americani ed europei, che la Russia stia gettando le basi per mettere piede in Siria, anche se l’invio di truppe all’estero deve essere prima autorizzato dal Senato.

Fonte: IL MESSAGGERO