LA SEGRETERIA INTERNI SMENTISCE LE CIFRE DELLA RIFORMA DELLA PA

Non è affatto veritiero il conto della cosiddetta “minuziosa ed interessante ricostruzione dei costi della Riforma della PA” fatta dall’”attento lettore” di Tribuna  (articolo che riportiamo di seguito, ndr) che, forse non in buona fede, ha perfino inserito spese non attinenti la riforma e ha fatto riferimento all’ultimo anno quando invece cita spese per 4 anni. Dal 2007 ad oggi, infatti, per l’elaborazione degli atti della riforma sono stati spesi in verità 132 mila euro e non oltre 500 mila euro come erroneamente sostenuto.
L’articolo di Tribuna, infatti, per strumentalizzare ancora una volta un percorso così gravoso, ha sommato anche i residui conteggiando due volte la stessa voce di spesa. Inoltre, addebita alle leggi di riforma spese diverse ed infatti imputate su capitoli differenti da quello della Riforma, come quelle per:
– il corso di formazione dei dirigenti;
– il progetto del Tutor Informatico del Centro di Formazione Professionale per la formazione dei dipendenti sull’uso della tecnologia;
– lo Sportello Unico per le Imprese, che è seguito dalla Segreteria di Stato all’Industria e deriva dall’Accordo Tripartito.
La consulenza del prof. Crescenzi per la difficile e corposa innovazione normativa sul procedimento amministrativo, l’accesso ai dati e la documentazione amministrativa (3 progetti di legge per un compenso complessivo di 15 mila euro), sono indispensabili per l’adesione al GRECO e per l’adeguamento del nostro ordinamento amministrativo a standard in uso ormai anche nei Comuni più piccoli intorno a noi e dunque riguardano il Paese e non la “sola” riforma ad uso e consumo interno.

Inoltre, le delibere autorizzano le spese fino ad un certo importo, e dunque come tetto massimo. Poi i soldi vanno spesi con oculatezza ed i compensi devono essere corrisposti solo se e quando il lavoro sia stato consegnato e sia soddisfacente (e non come avvenuto talvolta in passato, a prescindere!), e questo noi facciamo. Su queste basi e con questo fermo impegno, sommando le cifre che potremmo dover liquidare in futuro, la spesa finale spalmata su 4 anni, potrà arrivare al massimo a complessivi 200 mila euro circa (compresi i 132 mila euro già detti).
Tutte le riforme hanno costi inevitabili, che peraltro non tengono conto del cospicuo lavoro che giornalmente impegna la Segreteria direttamente. Basti pensare a quanto è costata negli anni passati la legge di riforma delle pensioni e con compensi annuali! E quante collaborazioni sono state pagate in passato a prescindere dagli effettivi elaborati.
Abbiamo cercato di contenere al massimo le spese. Si pensi che per gli accordi, le leggi e i decreti già adottati e da adottare per la PA il numero dei testi normativi potrà superare la dozzina. I compensi normalmente richiesti per la redazione di progetti di legge nei vari settori sono più alti rispetto a quello, ad esempio, previsto per il lavoro del prof. Crescenzi.
Inoltre, le consulenze sono state attivate solo in quegli ambiti in cui non abbiamo risorse professionali e specializzazioni interne.
Infine, le riforme strutturali ed organizzative richiedono tempi e modi che, tutti sanno bene, non soddisfano subito le esigenze di modernizzazione. Si potrebbe fare il paragone con quella dell’ISS la cui legge di riforma è stata adottata, dopo tutti i passaggi tecnici e politici, ormai 5 anni fa.
Perché la riforma della PA non è mai stata realizzata? Perché, se fatta con responsabilità, è impopolare, difficile, corposa, impegnativa e con risultati a lungo termine.
La maggioranza ha, comunque stabilito, che nel Consiglio di Settembre arriveranno i testi di legge della riforma e ricordo quanto ho già dichiarato apertamente ai lettori in diverse occasioni, e cioè che i progetti di innovazione già avviati tardano a dare risultati concreti per le cattive abitudini e le incrostazioni di quella parte dell’amministrazione che non accetta o vive con difficoltà il cambiamento e per la mancanza di una cabina di regia interna all’amministrazione stessa.