LA SINDROME ISLANDESE

Venerdì scorso il primo ministro islandese, Geir Haarde, nel tentativo di rinfrancare i propri connazionali, traumatizzati dal dissesto delle tre principali banche del paese, ha detto che l’Islanda resta ricca di risorse naturali, e che da ora in avanti vivrà di quelle e delle altre due principali fonti di ricchezza, l’oceano ed il capitale umano. I giornali hanno avuto buon gioco a titolare sul premier che invitava i propri connazionali ad andare a pesca, ma la clamorosa insolvenza del sistema bancario islandese, crollato

sotto il peso della forsennata finanziarizzazione degli ultimi anni, rappresenta un monito all’Europa ed ai suoi egoismi nazionali. E NOI!! Poveri provinciali , ricchi di boria e con la puzza sotto al naso, se scoppia il “nostro” sistema finanziario , siamo alla canna…COSA FAREMO……? L’ISLANDA TORNA ALLA PESCA………. e noi?  Torniamo alla terra? Quale? Quella “donata” ai pescivendoli dell’ingegneria pianificatrice? Agli ARENGHI , che di terreni se ne intendono, i quali dichiarano < grandi opere attendono il paese>….MA PER FAVORE ……Si dovrà insegnare alle famiglie “cicala” come ritornare “formica”.

L’ Islanda è un piccolo Stato , come la nostra San Marino, allora è scandaloso pensare , che invece di mandare incompetenti al Fondo Monetario Internazionale  a fare gite , dobbiamo raccogliere le energie per fare squadra con i piccoli Stati, si dovrà pensare quali ripercussioni avrà il nostro sistema dagli investimenti bancari fatti fuori territorio, come proteggere quegli investimenti , quali azioni intraprendere per promuovere “sicurezza” negli investimenti , non solo per i risparmiatori “deboli”, ma sopratutto per i “grandi” investitori.

La nostra Repubblica , ha una storia gloriosa e affascinante , sopratutto l’ultimo secolo, ma siamo ancora nella zona “grigio-scura”, perchè la nostra politica è rimasta PICCOLA PICCOLA COSi’….

la vostra “colendissima” spam

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