La sinistra che non vorrei Schlein, Conte, Landini … di Sergio Pizzolante

La sinistra che non vorrei
Schlein, Conte, Landini
Guardiamo le ricette del Trio Schlein, Landini, Conte,per capire cosa non fare, dove non andare.
Sono contro l’invio di armi all’Ucraina( Schlein non lo dice più così esplicitamente,perché sa che gli esploderebbe il partito immediatamente), quindi sono per la resa Ucraina, per l’umiliazione dell’Occidente, per la frantumazione dell’Europa, per la vittoria di Putin e del sanguinario ceceno Kadyrov , per i criminali di Wagner, per Medvedev che mette la taglia su un Ministro italiano.
Vogliono la “trattativa”, con chi non vuol trattare perché è impegnato a stuprare un Paese e ogni ragione e sentimento umano.
No, mi tengo la Meloni, che almeno su questo è chiara e precisa. Mille volte.
Senza alcun dubbio.
Vogliono abbassare le tasse ai redditi più bassi, “perché le tasse le pagano coloro che hanno redditi inferiori a 30 mila euro”, dice Landini.
E dice il falso! Un luogo comune, da metalmeccanico che valeva uno e di colpo vale la segretaria della Cgil, un Toninelli sindacalista.
Dice Nicola Scalzini, economista, già consigliere economico della Presidenza del Consiglio:” le cose stanno nel modo opposto. Sotto i 30000 euro c’è l’ 80% dei contribuenti dai quali proviene il 30% del gettito . Al 20% dei contribuenti che stanno sopra i 30.000 euro viene caricato il 70% del gettito Irpef. Chi paga le tasse dunque sono gli operai specializzati, quadri, tecnici, specialisti , insomma l’ intellighenzia del paese”.
E aggiunge: “vorrebbero introdurre aliquote IVA zero per alcuni generi di prima necessità ( pane, pasta latte). Questi generi li comprano tutti ,ricchi e poveri. Non si capisce per quale motivo si debba fare uno sconto fiscale generalizzato per agevolare una minoranza di cittadini in condizione di povertà ( i poveri sono circa il 10%). Non sarebbe meglio limitarsi ad agevolare i poveri?”.
Non capiscono. Non conoscono la realtà. Costruiscono ricette su ciò che è falso.
Dovrebbero battersi per far crescere i salari e invece organizzano manifestazioni anti fasciste, vogliono la riduzione dell’orario di lavoro, lavorar meno con gli stessi salari miserabili di adesso.
E gli operai preferiscono la Meloni. Ovvio.
Vogliono abolire il Job Act e i contratti a termine.
Cioè, il Job Act che ha portato i contratti a termine dall’83% del totale al 16.5%!!!
Capite? Loro no.
E intanto governa la Meloni. A lungo credo.
Sergio Pizzolante