La sinistra senza diritti … di Sergio Pizzolante

La sinistra ha paura che la destra al governo possa attaccare i diritti civili.
Diritti civili che molto spesso vengono scambiati con i desideri.
È la sinistra che per i “fighetti” dei desideri ha abbandonato i diritti sociali.
Infatti i disoccupati votano Conte che si dichiara ne di sinistra ne di destra e gli operai e gli artigiani votano la Meloni.
Solo il 10 per cento degli operai vota per il Pd, che rimane fra il primo e il secondo partito fra le classi sociali con reddito medio alto e alto.
Un partito di classe al contrario.
È una sinistra senza operai non esiste.
È un imbroglio intellettuale.
Ma la sinistra e’ anche un’altra cosa.
È contro i diritti umani.
I diritti umani. E i diritti politici.
È la sinistra che si dimentica le garanzie.
Che cerca sempre la via giudiziaria al potere.
Che sta sempre dalla parte delle procure.
Che si gira dall’altra parte quando vede il gioco delle correnti politiche della magistratura.
Che ha votato tutte le leggi che hanno rotto ogni equilibrio dei poteri: dall’immunità parlamentare sino al traffico di influenza che dichiara illegale l’attività politica.
Che non vede il malaffare del rapporto malsano fra stampa e procure che distrugge la reputazione di persone, aziende, partiti, prima del processo.
Che non vede l’eccesso di carcerazione preventiva che riempie le carceri di innocenti.
Che usa o si fa usare, dalle procure amiche, di correnti proprie o di correnti amiche e i Talk e i giornali, per distruggere gli avversari politici, per bruciarli vivi nelle piazze, per far saltare in aria governi e sindaci e vite.
Come nel caso dei genitori di Renzi.
Arrestati per far fuori Renzi.
Diritti sociali, diritti civili, diritti politici: non sono più cose di sinistra.
Si ha paura( a ragione!) della democrazia illiberale di Orban e in Italia la sinistra è stata e sta con i piccoli Orban italiani.
Da Davigo a Di Pietro e con chi arresta i genitori dei politici nemici.
E la sinistra pensa di fermare la destra sui diritti?
Senza diritti?
Non si può.
Sergio Pizzolante