
Articolo in aggiornamento
Il primo scoglio per Giuseppe Conte è alla Camera, dove sta intervenendo proprio ora per convincere quanti più voltagabbana possibili a votare la fiducia per evitare che la crisi di governo possa portare alle elezioni anticipate. “Confidiamo ancora in una stagione riformista. Ancora oggi c’è una visione“, ha dichiarato aprendo il suo discorso. E ha parlato poi di una “solida vocazione europeista” e di un “disegno riformatore ampio e coraggioso“.
Il premier è stato messo all’angolo dopo la mossa di Renzi, che ha ritirato la delegazione composta dai ministri Bellanova e Bonetti e dal sottosegretario Scalfarotto: l’avvocato è convinto di avere i numeri per proseguire l’esperienza giallorossa fino al 2023 grazie al voto dei responsabili, a cui però andrà illustrato un progetto di ampio respiro per i prossimi anni. Arrivando all’Aula di Montecitorio, non ha nascosto la preoccupazione per la fase che l’Italia sta attraversando: “C’è una crisi in corso, la situazione non è affatto semplice“. Fa comunque affidamento ai parlamentari: “Ho fiducia in loro e nel Paese“. I numeri sono ballerini e i timori sono concentrati soprattutto sulla giornata di domani, quando il presidente del Consiglio andrà in Senato per le comunicazioni sulla situazione politica con conseguente voto. Se non dovesse avere i voti necessari, allora la palla passerà nelle mani del capo dello Stato Sergio Mattarella che deciderà come risolvere la fase di stallo che si è venuta a creare.
—
Fonte originale: Leggi ora la fonte