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  • La storia di Elena, bimba deportata da sola ad Auschwitz

    (ANSA) – ROMA, 20 GEN – Un vestitino a balze, i capelli
    biondi con un grande fiocco, il viso vispo e un bel sorriso. E’
    la vera foto, in bianco e nero, di Elena Colombo, bimba ebrea
    torinese di 10 anni, la cui storia è l’unico caso documentato di una bambina italiana deportata da sola ad Auschwitz, dove
    arrivò nel 1944 e fu mandata subito alle camere a gas (qualche
    mese prima erano stati deportati anche i genitori, Sandro e
    Wanda Colombo, morti come lei nel campo di concentramento). La
    sua vicenda è rievocata in chiave poetica ma ancorata alla
    realtà e a misura di bambino in La cartolina di Elena, il corto,
    prodotto da Rai Kids e Stand by me, mix di live action e
    animazione al debutto nel Giorno della memoria, il 27 gennaio
    alle 16 su Rai 3, alle 16.50 su Rai Gulp e disponibile su
    Raiplay.
        “Su tema della memoria, l’obiettivo è di trasmettervi la
    capacità di porvi delle domande rispetto al passato – spiega
    Ruth Dureghello, presidente della Comunità ebraica romana
    rivolgendosi nell’anteprima a una platea di bambini -. Se la
    vicenda di Elena non fosse stata scoperta, lei sarebbe stata
    cancellata dalla storia. Invece vogliamo dedicarle una
    riflessione: è una bambina che ha subito la parte peggiore
    dell’umanità. Non permettete mai che Il vostro sorriso vi venga
    sottratto, vigilate contro chi umilia e aggredisce”.
        Nel racconto, la storia di Elena viene svelata da due
    ragazzi, Cecilia (Mariandrea Cesari) e Fabrizio (Emanuele
    Casati), compagni di scuola che partendo dalla foto di Elena,
    trovata all’interno di un carillon nella soffitta della casa
    della ragazza. Una serie di strani sogni portano i due a voler
    scoprire cosa fosse successo alla bambina: dalla vita
    spensierata cambiata radicalmente quando entrarono in vigore le
    leggi razziali all’arresto della sua famiglia, l’8 dicembre del
    1943.
        A ricostruire la vicenda di Elena è stato il giornalista e
    scrittore Fabrizio Rondolino, imparentato ai Colombo, che qui ha
    fatto da consulente storico al corto: “Elena era la cugina di
    mio padre e Sandro il fratello di mia nonna – spiega -. Io
    sapevo che lui era morto con la moglie e la figlia ad Auschwitz
    ma non conoscevo i dettagli, così ho iniziato a cercare”.
        (ANSA).
       


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