La Svizzera chiude la borsa ai frontalieri italiani.

LUGANO – Il giorno dopo la decisione del Governo ticinese di congelare metà dei ristorni 2010 dei frontalieri italiani, la stampa italiana commenta la notizia in maniera pressoché univoca: una scelta grave, quella ticinese, che mette in difficoltà i Comuni di frontiera.

Como – “La Provincia di Como” titola così: “Fondi frontalieri, il verdetto: dimezzati dagli svizzeri”. Oltre a riassumere la giornata di ieri, con il voto dei Consiglieri di Stato e la decisione di scegliere la linea “dura, non durissima”, il quotidiano comasco riporta alcune prese di posizione. La deputata Pd Chiara Braga si appella al governo di Roma, affermando che con la decisione ticinese “i Comuni frontalieri si vedranno costretti a tagliare i servizi ai cittadini”. Il segretario frontalieri della Cgil Claudio Pozzetti condanna “senza esitazione” il congelamento del ristorno, e chiede l’apertura di un tavolo di discussione “intorno al quale si affrontino tutte le questioni ancora aperte, dalla black list ai ristorni, e si metta così fine a queste questioni”.

Varese – Il portale “Varesenews” ripercorre la vicenda che ha portato alla decisione di ieri, le posizioni nettamente divise dei vari Consiglieri di Stato, e il ruolo di ago della bilancia di Paolo Beltraminelli. Il sito osserva come la tensione sulle tematiche economiche (black list e ristorni in primis) sia aumentata dopo l’esito delle elezioni cantonali, e il successo della Lega dei Ticinesi. Sulla “Prealpina”, invece, si legge che i Comuni di frontiera si riuniranno già domani per discutere sullo scenario che si è venuto a creare, anche a causa del “nemico numero uno” del Ticino, il ministro italiano dell’economia Giulio Tremonti. “La Provincia di Varese”, ieri, aveva accusato senza mezzi termini il Ticino, mostrando come gli accordi internazionali tra Italia e Svizzera, in vigore dal 1974, vengono in questo modo violati unilateralmente.

“Non andate a lavorare” – La presa di posizione più diretta, e colorita, arriva dal sindaco leghista di Viggiù Sandy Cane, balzata agli onori delle cronache qualche tempo fa come primo sindaco di colore italiano. “Mi verrebbe voglia di dire ai miei 950 concittadini frontalieri” si legge su Varesenews “che si fanno un culo così, di non presentarsi domani mattina al lavoro e di darsi per malati”. Cane è preoccupata per i risvolti che la decisione ticinese avrà sull’economia locale: “Senza i ristorni, chiudiamo”.

Capitale bloccato – Il ristorno dell’imposta alla fonte, facendo un breve calcolo, corrisponde a poco più di 800 euro a frontaliere. Ne entreranno quindi, nelle casse dei vari enti locali, solo 400, e i Comuni dovranno decidero se saranno addizionali o nuove tasse a compensare la somma mancante. Oppure si tirerà ancora di più la cinghia.

Stampa nazionale – La vicenda, che in Ticino ha assunto quasi i toni dello psicodramma, in Italia non è filtrata molto oltre la fascia di confine. Non si legge, sulla stampa nazionale, praticamente nessun accenno alla vicenda, se non qualche lancio di agenzia di pochissime righe. Come a dire: se la decisione ticinese doveva togliere il sonno a Tremonti (il vero obiettivo della manovra), non lo ha fatto stanotte.

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