
Pubblicato per la prima volta dal Dipartimento delle Finanze elvetico il documento con i traguardi raggiunti nel 2010
La Confederazione, con la costituzione nel 2010 della Segreteria di Stato per le questioni finanziarie internazionali, si dota di uno strumento unitario in grado di rappresentarla in tutti i contesti in cui occorre preservare la competitività della piazza finanziaria e imprenditoriale elvetica per garantirle condizioni quadro favorevoli.
Questo primo rapporto contiene una panoramica delle attività svolte e dei principali temi di interesse nelle questioni finanziarie e fiscali internazionali con particolare riferimento alla regolamentazione dei mercati finanziari, alla cooperazione fiscale e al posizionamento negli organi finanziari internazionali.
Nel seguito dell’articolo l’interesse è polarizzato sulla parte delle questioni fiscali internazionali.
LA MATERIA FISCALE
Concorrenza fiscale, rispetto per il diritto alla riservatezza dei clienti delle banche ma contemporaneamente volontà di collaborazione gli con gli altri Paesi sia a livello multilaterale che bilaterale sui temi della trasparenza e della giusta imposizione sui redditi. Sono questi i pilastri su cui si incentra la politica elvetica e che vengono evidenziati nelle varie attività descritte nel rapporto.
Particolare attenzione è prestata alle relazioni con i principali attori internazionali come l’Unione europea, gli Usa, gli organismi internazionali e ai rapporti bilaterali con altri paesi.
CONFRONTO CON L’UNIONE EUROPEA
Uno dei tavoli internazionali più spinosi è sicuramente quello con l’Unione europea relativo al tema della tassazione delle imprese. In particolare oggetto di particolare critica è il differente trattamento esistente in alcuni cantoni per i redditi di fonte nazionale ed estera. Tale problema è determinato dalla struttura confederale della Svizzera in cui i cantoni, titolari della facoltà impositiva hanno ampia autonomia su questioni di ordine fiscale. Pur difendendo il principio della concorrenza fiscale la Confederazione è disposta comunque a discutere sul Codice di condotta sulla tassazione delle imprese pur ponendo specifiche condizioni e ben delimitando la tematica da discutere.
Altro dossier di confronto con l’Unione europea riguarda la l’eliminazione delle scappatoie fiscali relative alla direttiva sulla fiscalità del risparmio. Malgrado vi sia una disponibilità al dialogo anche su tale tema, sullo scambio di informazioni permangono delle ostilità mentre si ritengono fuori discussione la ritenuta di imposta e la notifica volontaria prevista dall’accordo.
Infine non si ritiene necessaria la sottoscrizione di un accordo con l’Unione europea per l’assistenza amministrativa in materia fiscale secondo gli standard Ocse in quanto sarebbero già in vigore numerosi trattati analoghi con Paesi comunitari.
LA COLLABORAZIONE CON L’OCSE
La Confederazione è attivamente partecipe ai lavori di molte organizzazioni internazionali come quelli del Comitato fiscale dell’Ocse sulla fissazione di standard internazionali in materia di trasparenza e scambio di informazioni in materia fiscale e quelli del Forum globale sulla trasparenza e sullo scambio di informazioni su questioni fiscali. Tale ultimo organismo, nell’ambito della sua attività di valutazione sul rispetto degli standard di trasparenza, ne sta attivando una proprio sulla Svizzera.
LE NAZIONI UNITE
In merito ai rapporti con l’Onu, la Svizzera si è dichiarata favorevole all’introduzione della clausola arbitrale nel futuro modello di convenzione sulle doppie imposizioni su cui sta lavorando il Comitato di esperti dell’Organizzazione e che dovrebbe essere ufficializzato nel 2012.
RAPPORTI BILATERALI CON ALTRI PAESI
Molto attivo è stato anche il lavoro svolto nel corso dell’anno nell’ambito delle convenzioni bilaterali in materia fiscale. Innanzitutto si è provveduto a modificare 31 accordi bilaterali contro le doppie imposizioni inserendo elementi di assistenza amministrativa come la possibilità di uno scambio di informazioni su domanda. Si è inoltre provveduto a modificare molte convenzioni introducendo condizioni migliori, clausole arbitrali ed eliminando aspetti di discriminazione.
Molto importante è l’attività di discussione con alcuni Paesi (in particolare Gran Bretagna e Germania) relativamente all’introduzione di un’imposta liberatoria e alla legalizzazione dei patrimoni del passato. Contemporaneamente sono elaborate strategie per evitare che in futuro giungano in Svizzera fondi non tassati.
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autori: Luca Campanelli e Gianluca Di Muro
articolo pubblicato in data 11 febbraio 2011
da “FiscoOggi”, rivista telematica dell’Agenzia delle Entrate in Italia