‘Intuitu personae’ questa la motivazione accettata dal Congresso di Stato (e dalla Commissione di Controllo della Finanza Pubblica) per assegnare ad personam incarichi che potevano benissimo essere svolti da professionisti a San Marino)
Per superare gli ostacoli imposti dal regolamento di contabilità che impone all’amministrazione pubblica precise regole per affidare lavori in appalto, il governo inventa gli escamotage più strani. In certi settori poi, dove la commessa si base sulla capacità professionale dei fornitori, l’inventiva del Congresso di Stato è senza limiti pur di non rispettare quanto scritto nelle leggi. Così, mentre nel caso dei Vallefuoco per risparmiare qualche decina di centesimi sulle forniture del pane si favoriscono fornitori ai quali ogni amministrazione che si ripetti dovrebbe come minimo fare il terzo grado, sulle progettazioni la discrezionalità è totale e i prezzi delle offerte neppure vengono posti a confronto. In questo caso il risparmio un puro opzional. Succede quindi che il 24 maggio 2010 il governo con delibera n°37 scrive: “Considerato che il Dipartimento di Economia e Tecnologia dell’Università degli Studi, corso di Laurea in disegno industriale, si è avvalso della collaborazione di validi professionisti la cui scelta si è basata sul principio dello “intuitu personae”, non è praticabile quanto previsto dal Regolamento di Contabilità”. Con questa opinabile motivazione che entra in netto contrasto con il regolamento di contabilità e lede quindi una legge dello Stato, il governo ha assegnato non all’Università, come sarebbe logico se proprio si vuole by passare la regola, ma a suoi due professori l’incarico di realizzare il nuovo logo delle Poste sammarinesi e il disegno dell’arredo degli uffici. Così i isegnanti già retribuiti dall’università di San Marino, attraverso un canale preferenziale ottengono dallo Stato una commessa di complessivi 25.000 euro per due lavori dove le professionalità locali sono enormi e molto ben consolidate e i prezzi di mercato sono ben inferiori a quelli pagati. Sulla piazza sammarinese, lo studio di un logo per un ente prestigioso ha un prezzo massimo di 4/5.000 euro, mentre quello dello studio di un arredo è determinato dalla lista delle competenze che l’ordine degli ingegneri e degli architetti rende pubblica annualmente. Così con l’escamotage dell’’intuitu personae’, che non sappiamo bene come possa essere stato legittimato dalla Commissione di Controllo della Finanza Pubblica, lo Stato ha assegnato al Prof. Massimo Pitis la realizzazione del logo delle Poste San Marino per la (modica) cifra di 12.500 euro e al Prof. Riccardo Varini, con altri 12.500 euro, lo studio per lo sviluppo degli arredi (che domani vedremo come sono stati acquistati) delle aree di relazione con il pubblico e per alcune applicazioni del progetto stesso. Ma non solo, la delibera dice anche che “sucessivi e graduali interventi di ristrutturazione dei restanti Uffici Postali costituiranno oggetto di ulteriori delibere”. Come dire, continueremo ad erogare soldi a privati consulenti senza chiedere i tre preventivi previsti per legge e senza confrontare neppure uno straccio di proposta alternativa. Il dato è tratto: il biglietto da visita dell’Università in questo caso è riuscito a scardinare i regolamenti e a mettere a tacere ogni pretesa di professionisti che operano a San Marino e che forse potevano esprimere un’idea migliore e a costi più contenuti.