La Tribuna. La rabbia degli imprenditori locali contro il Governo per la costruzione del mega albergo a Murata.

La ‘lotta’ per effettuare l’investimento del ‘secolo’ continua. Da un lato le intenzioni del governo, ormai seriamente orientate nell’assegnare al gruppo Aman Resort la costruzione e la gestione dell’albergo di lusso che dovrebbe nascere nel castello di Città coinvolgendo sia la struttura attuale della scuola Secondaria Superiore, sia l’ex stand del Tiro a Volo di Murata, dall’altro il gruppo di imprenditori sammarinesi, guidati da Armando Calzolari, disposti ad investire a Murata 35 milioni di euro. A questi ultimi il governo avrebbe garantito una risposta entro il 20 di aprile, ma il 27 giugno invece la sorpresa: il governo in conferenza stampa ha annunciato che favorirà l’intervento dei concorrenti. La reazione (pubblicata da Tribuna il 30 giugno scorso) era stata immediata: lo smacco subito ha fatto crescere nei sammarinesi proponenti un forte risentimento, e il governo è tornato a riunirsi sull’argomento incontrando anche Calzolari & Co. spiegando come l’idea dell’Aman Resort è per il momento favorita, ma avendo anch’essa una scadenza, se nei termini definiti non ci sarà l’impegno degli investitori, allora tornerà l’attenzione anche sul progetto locale. Ma ciò non fa che aumentare la voglia di reagire ed è lo stesso Armando Calzolari che prende carta e penna e scrive: “Snobbati da investitori esteri nell’indifferenza del governo di casa. Un rospo troppo grosso da digerire per una cordata di imprenditori sammarinesi pronti a scommettere cifre a sei zeri sul turismo del benessere in Repubblica. Il progetto è da tempo nero su bianco, con tanto di mappe e bozza di convenzione. Una moderna struttura alberghiera ecocompatibile da realizzarsi sull’area stand della Murata. Roba grossa, oltretutto di evidente pubblico interesse a riqualificare una zona rivalutata dal riconoscimento della Città di San Marino nel patrimonio dell’Unesco. Peccato che il Governo remi contro. I favori del Congresso di Stato andrebbero piuttosto verso un gruppo straniero a cui fa capo Aman Resort, una catena interessata a mettere radici sul Titano con mire mega galattiche. Si parla addirittura di un hotel a 7 stelle oltre ad un centro benessere nei locali della scuola secondaria superiore e la creazione di un campus scolastico a Fonte dell’Ovo così da ospitare scuole medie e superiori. Strana combinazione, perché analoghi progetti erano già stati avanzati e con largo anticipo dalla cordata sammarinese. Tanto l’albergo come il centro benessere.
Eppure un comunicato del Congresso di Stato del 27 giugno scorso non lascia dubbi sull’orientamento del governo. In fatto di turismo del benessere il Segretario Berardi richiama l’attenzione sulle possibilità di valutare ogni opzione possibile in termini di investitori, gestione, utenza ed eventuali strutture da promuovere sul territorio della Repubblica, preferibilmente nella zona del centro storico di Murata. Aggiunge che “sono meritevoli di attenzione tutte le proposte sostenibili, una fra tutte – precisa la nota governativa ¬– la proposta della catena internazionale di resort di lusso Aman Resort International”. Un pugno nello stomaco per la cordata sammarinese che pure si era mossa con tempismo per partorire la sua “creatura”: hotel a 5 stelle (almeno 90 camere e 10 suite di cui 5 royal suite), centro welness, centro ristorazione, sale congressi da un massimo di 250 posti a un minimo di 12, autorimessa coperta per almeno 80 auto, centro negozi di grandi firme, centro divertimenti con salone feste. Un investimento stimabile intorno ai 35milioni di euro. E’ tutto documentato in una lettera inviata lo scorso marzo al Segretario di Stato al Territorio Gian Carlo Venturini. Mittente Armando Calzolari in rappresentanza del gruppo sammarinese che oggi si vede scavalcato e senza sapere il perché. Di pubblici appalti non si parla. Sta di fatto che a tutt’oggi Aman Resort avrebbe già nel cassetto l’esclusiva sia per la realizzazione del mega albergo che del centro benessere. Con tanto di semaforo verde da parte di cinque segretari di stato, praticamente mezzo governo: Antonella Mularoni (esteri), Gian Carlo Venturini (territorio), Fabio Berardi (turismo), Marco Arzilli (industria), Claudio Podeschi (sanità)”.
Un segnale dal Palazzo da parte degli imprenditori sammarinesi era atteso entro il 20 aprile. “Invece – incalza Calzolari – nessuna risposta al nostro progetto, un investimento interamente finanziato con capitali privati con coinvolgimento di investitori stranieri”. Eppure – continua il referente del gruppo di investitori sammarinesi – la nostra proposta è limpida, con tanto di nomi di chi è disposto ad investire e della banca pronta a finanziare l’impresa”. Il riferimento alla trasparenza della proposta degli “altri” è evidente. Ma i dubbi non finiscono qui. E Armando Calzolari continua: “E’ lecito chiedersi: chi mai verrebbe a San Marino a spendere 2000 euro a notte (se non di più) in un 7 stelle? E comunque brucia lo smacco di vedersi ‘scippare’ un’idea che vedeva protagonisti imprenditori locali”. Poi conclude andando fuori dai gangheri: “Ai sammarinesi toccano solo lavori da lavapiatti e baristi? C’è chi vuole investire nel proprio paese e il governo va a cercare investitori a Dubai? Bene, quando sarà ora di chiedere voti vadano a cercarli laggiù”. Insomma la querelle sul grande albergo continua con toni accesi, di certo il governo è chiamato a chiarire i motivi della scelta.