di GIACOMO AMADORI

L’inchiesta sulla consulenza da 220.000 euro affidata dalla Banca Centrale di San Marino a Sandro Gozi, ex sottosegretario della presidenza del Consiglio nei governi di Matteo Renzi e Paolo Gentiloni, oggi candidato alla elezioni europee con il partito di Emmanuel Macron, sta mettendo in grave imbarazzo l’esecutivo della piccola Repubblica ed in particolare il segretario agli Esteri e alla giustizia Nicola Renzi.
Sui soldi a Gozi è iniziato uno scaricabarile che ha coinvolto anche il nostro giornale. Nessun politico vuole ammettere di aver avuto un ruolo in quell’accordo. Il Congresso del piccolo stato ha diramato nei giorni scorsi un preoccupatissimo comunicato: ‘‘Duole rilevare il tentativo, esterno alla Repubblica, di influenzare l’opinione su un’inchiesta giudiziaria la cui eco mediatica è un fattore di grave preoccupazione”. L’accusa fa riferimento in particolare agli della Verità, ma anche a quelli del sito Dagospia e del Fatto quotidiano, che hanno dato una lettura politica all’inchiesta (scaturita da un esposto anonimo), sottolineando come dentro alla Repubblica ci sia una certa resistenza da parte di alcuni ambienti all’ingresso della vigilanza della BCE – Banca Centrale Europea – nel sistema finanziario del piccolo paese.
L’esecutivo del Monte Titano ha pure paventato il complotto: ”il resto, le speculazioni legate a dinamiche interne o a tentativi esterni alla Repubblica di influenzare gli equilibri politici nazionali è un dejavù, già visto anche qualche anno fa”. Non c’è niente che a San Marino dia più fastidio di chi prova ad accendere i riflettori sulle beghe di un paese piccolissimo, ma che custodisce enormi segreti.
Nei giorni scorsi abbiamo scritto che Gozi ha negato di essere stato scelto dall’amica Catia Tomasetti, presidente della Bcsm e sua coindagata per la consulenza da 220.000 euro. ”A segnalarmi al governo è stata l’ambasciatrice di Malta Vanessa Frazier e non la Tomasetti’‘ è in soldoni la difesa dell’ex sottosegretario. A noi la diplomatica ha confermato che ”a introdurre” Gozi davanti al Segretario Nicola Renzi era stata proprio lei, il 16 marzo 2018.
”Se c’era interessamento di Renzi per Gozi? Certo. L’anno prima avevo suggerito altri due nomi (come negoziatori ndr), ma non mi avevano richiamato. In questo caso dopo due giorni mi hanno ricontattarlo: ”Renzi vorrebbe incontrarlo” mi ha detto l’ambasciatrice Alessandra Albertini”.
In un comunicato il segretario agli Esteri ha dato una versione diametralmente opposta: ”Non sono stato io a cercare il dott. Gozi (…) La Fraiser voleva presentarmi una persona che poteva essere utile a San Marino e questa persona era Sandro Gozi (…). Ho valutato un incarico come Congresso di Stato e invece abbiamo deciso, all’unanimità, di non dargli questa consulenza. Io non c’entro nulla con la consulenza datagli da Banca Centrale”. La Frazier ci è rimasta male.