C’era una volta, in un regno piccolo e incantato, una volpe astuta e sempre affamata. La sua reputazione la precedeva: era nota per la sua scaltrezza e per la sua abilità nel procurarsi il cibo, tanto che tutti gli animali del bosco erano fuggiti per paura di finire tra le sue fauci. Col tempo, la volpe si ritrovò senza nulla da mangiare, costretta a cercare nuove terre per saziare la sua fame.
Un giorno, vagando lontano dal suo bosco, la volpe giunse in un vigneto. Da lunghi tralci di vite pendevano succosi grappoli d’uva, che sembravano promettere un banchetto squisito. Gli acini erano così invitanti che la volpe, senza indugiare, si alzò sulle zampe posteriori nel tentativo di afferrarli. Ma, ahimè, nonostante tutti i suoi sforzi, non riusciva a raggiungere quei deliziosi frutti.
Determinata a non arrendersi, la volpe iniziò a saltare, provando e riprovando con crescente frustrazione. Ogni tentativo fallito attirava un pubblico di animali curiosi, che si radunavano per osservare la scena. Sentendosi osservata e desiderosa di salvare la faccia, la volpe cercò una scusa per la sua sconfitta. Con un’aria altezzosa, si allontanò dal vigneto, dichiarando a gran voce: “Quest’uva è ancora acerba”.
Nel regno incantato, proprio in quei giorni, si era svolta una grande consultazione tra gli abitanti per scegliere i nuovi custodi del bosco. Alcuni gruppi di animali avevano ottenuto un enorme consenso, promettendo stabilità e progresso, mentre altri, seppur valenti, non erano riusciti a conquistare la stessa fiducia.
Mentre i vincitori si preparavano a governare, un’altra storia prendeva vita.
Alcune creature che avevano perso la competizione cercavano disperatamente di ottenere un posto nel nuovo assetto del bosco. Come la volpe, provavano in tutti i modi a raggiungere quei dolci grappoli di potere, ma le loro speranze si scontravano con la dura realtà. E proprio come la volpe, quando si rendevano conto di non poter raggiungere il loro obiettivo, iniziavano a denigrare il frutto tanto agognato, dichiarandolo acerbo e sminuendone il valore.
Gli animali del regno, osservando questa scena, non potevano fare a meno di sorridere con un misto di ironia e saggezza. Sapevano bene che la litigiosità e la rivalità non avrebbero portato nulla di buono. Solo un governo unito, fondato sulla collaborazione tra i vari gruppi, avrebbe potuto garantire un futuro prospero e sereno.
E così, nel regno incantato, la storia della volpe e l’uva divenne un monito per tutti: meglio condividere l’uva che continuare a saltare invano per un grappolo.
David Oddone
(La Serenissima)