L’accanimento terapeutico..di Alberto Chezzi

Sembriamo un malato sul quale i medici si accaniscono con terapie sempre più forti. Il fisico ha però i suoi tempi di reazione. Oramai la lezione dovremmo averla già imparata. Il cammino per diventare un paese più virtuoso, lo abbiamo intrapreso. In sede internazionale sono state date tutte le risposte ai cambiamenti richiesti. Nel nostro Paese è attualmente in vigore una normativa antiriciclaggio, tra le più articolate ed avanzate d’Europa. Il sistema, seppure tra mille difficoltà, vi si è adeguato prontamente. Con la vicina Italia invece, non si riesce a trovare un “modus vivendi”, a ristabilire cioè quei legami di amicizia e rispetto reciproco che, da sempre, hanno caratterizzato i rapporti tra i due Paesi. Evidentemente il nostro medico ritiene sia opportuno insistere nella cura, anche in spregio alle convenzioni esistenti. Eppure si è intrapreso un cammino che ha richiesto un grande sforzo, soprattutto di riassestamento del sistema, adottando tutta una serie di provvedimenti ed iniziative ricomprese nel cosiddetto “pacchetto trasparenza”. Verrà a cadere l’anonimato societario e si darà corso alle rogatorie. Il nostro governo ha dato disponibilità anche sul fronte dello scambio automatico di informazioni modello OCSE. Tutto ciò non sembra però bastare. Di positivo sembra esservi, in questo momento di estrema difficoltà, un ricompattamento delle forze politiche in Consiglio Grande e Generale nel far fronte comune all’emergenza della normalizzazione dei rapporti con l’Italia. Purtroppo la cura, sta invece rischiando di compromettere la salute del malato. Ridefiniti e normalizzati i rapporti con l’Italia e perciò, volenti o nolenti con l’Europa, ci aspettano sacrifici e prove difficili, alle quali non siamo più abituati. Grecia, Spagna e la stessa Italia a breve, ne sono l’esempio avendone già tracciato la strada.

Alberto Chezzi