Nel raccogliere l’invito avanzato dal Partito Socialista nei mesi scorsi ed in considerazione del fatto che all’interno del medesimo si è verificato un chiarimento che ha posto fine a posizioni equivoche che non poco hanno contribuito a rallentare il cammino del Partito più longevo di San Marino, Compagni aderenti al Movimento di opinione “Difendiamo San Marino”, unitamente ad altri Socialisti che in passato hanno ricoperto incarichi di partito e incarichi istituzionali, hanno intrapreso un serrato confronto sulla necessità di recuperare il ruolo dei partiti in generale e del Partito Socialista in particolare.
Attorno al tavolo del confronto si sono ritrovate persone che in passato hanno condiviso percorsi anche esaltanti e collaborato alla guida del Paese essendosi sempre ispirati agli insegnamenti dei predecessori, senza mai anteporre interessi personali agli interessi generali e al benessere della nostra Repubblica e dei suoi cittadini; condizione fondamentale che ha reso possibile la riapertura del dialogo e del confronto e di accogliere l’accorato appello dei vertici del Partito Socialista a non tirarsi indietro di fronte alla necessità di rinvigorire il Partito e di ridare nuova vitalità al sistema politico sammarinese fortemente affievolitosi in questi ultimi anni.
Il confronto dunque ha individuato alcuni aspetti che hanno fondamentale importanza per il futuro della Repubblica di San Marino.
1) Innanzi tutto è necessario rendere il rapporto con la vicina Italia veramente privilegiato, anche se non esclusivo, attraverso il recupero di una concretezza sulle varie problematiche che riguardano i due Paesi, nell’ambito di un rapporto paritario sul piano della dignità.
2) Il rapporto con l’Europa è divenuto centrale, ma va filtrato anche attraverso l’ottica degli interessi della nostra Repubblica. A tale proposito è impensabile una piena adesione all’U.E., auspicata invece da taluni, mentre la strada dell’Accordo di Associazione può essere la giusta soluzione da perseguire, a condizione che la trattativa in corso sia portata avanti nella massima trasparenza e conoscenza da parte dei cittadini sammarinesi, i quali devono comunque avere l’ultima parola attraverso l’utilizzo dello strumento di democrazia diretta per eccellenza, cioè il Referendum.
3) Il sistema di Sanità e di Sicurezza Sociale universale, voluto nel 1955 soprattutto dal Partito Socialista e dalle forze di sinistra, va tutelato, salvaguardato e strenuamente difeso dagli attacchi più o meno manifesti da parte di coloro i quali sognano di soppiantare il pubblico per favorire la sanità privata. In tal senso l’impegno dei Socialisti deve essere totale.
La sanità privata può essere di supporto alle esigenze del pubblico attraverso convenzioni ad hoc in cui l’Autorità della Sanità pubblica deve rimanere l’unico interlocutore del cittadino-paziente.
Il sistema organizzativo della Sanità sammarinese va rivisto e stagliato sulle reali esigenze di un popolazione di poco più di 33.000 persone, abbandonando per quanto possibile l’attuale modello mutuato da un Paese che conta 60.000.000 di persone. Ciò consentirebbe una organizzazione dimensionata alla nostra realtà e quindi inevitabilmente più snella, rendendo anche possibile il recupero della figura del medico di famiglia. Così come è necessario creare meccanismi che rendano più appetibile il nostro Paese per il personale medico e paramedico. Infatti è inutile pensare al nuovo Ospedale se poi non ci sono medici che sono attratti da San Marino.
La lotta alla burocrazia soffocante deve essere un impegno della politica in generale, ma in particolare per quanto riguarda la burocrazia nella Sanità.
4) La Legge Elettorale va rivista, infatti in queste ultime legislature tutti i Governi sorti con la Legge Elettorale che impone gli accorpamenti tra forze politiche sono caduti prima della scadenza naturale della Legislatura. Mentre l’ultima modifica della Legge rimane un tentativo troppo timido e ibrido che non risolve i problemi esistenti.
L’attuale Legge Elettorale pone sbarramenti e premia gli accorpamenti delle forze politiche, al fine di ottenere un voto in più degli avversari, ma così facendo forze politiche che non potrebbero mai stare insieme sono costrette a rimanere nella stessa coalizione. Le cose stanno dimostrando che ciò produce limitazione della libertà di movimento e quindi l’indebolimento della politica, poiché spesso i precari equilibri che si vengono a creare con tale sistema, impongono l’immobilismo alle varie forze politiche coalizzate. Le decisioni sono prese da un direttorio di poche persone, le forze politiche sono ingessate e il Consiglio Grande e Generale perde le sue prerogative poiché spesso le decisioni vengono prese altrove e quindi viene di fatto esautorato. Così la politica diviene la grande assente.
Occorre modificare la Legge Elettorale e tornare al sistema proporzionale puro. Infatti il sistema proporzionale rimane, pur con i suoi difetti, il più democratico, poiché ogni forza politica in Consiglio Grande e Generale rappresenterebbe la esatta percentuale che gli elettori gli avranno assegnato nelle elezioni politiche generali. In questo modo ne guadagnerà la rappresentatività degli stessi elettori, senza marchingegni strani che sbarrano, sottraggono o regalano seggi.
Infine, il sistema elettorale favorirà naturalmente il dialogo tra le forze politiche più affini ed omogenee che possono trovare punti d’incontro forti sul piano delle cose da fare nell’interesse del Paese, rimettendo di fatto in moto la politica, grande assente in questi anni con le conseguenze che sono sotto gli occhi di tutti.
5) Sul piano istituzionale occorre intervenire per riportare il Consiglio Grande e Generale al centro decisionale delle politiche e delle scelte economiche e sociali della Repubblica di San Marino. Il Consiglio Grande e Generale infatti è la diretta rappresentanza degli elettori e se si cambierà la legge elettorale in senso proporzionale lo sarà ancor di più, ragione per cui occorre riposizionare l’Organo Legislativo nel ruolo che gli è proprio, svincolandolo dal subordine in cui è stato relegato rispetto alla volontà dei pochi che assumono decisioni.
Con questi presupposti e sulla base del presente Accordo, i Compagni firmatari concordano sulla necessità di rafforzare la presenza del Partito Socialista nel Paese, lavorando insieme per rendere il Partito più presente e più aperto al contributo delle nuove generazioni, perseguendo i cardini fondamentali del Socialismo che sono libertà, democrazia e giustizia sociale.