«L’alleanza per le riforme con Renzi e non con Gnassi»

Pizzolante«L’ALLEANZA per le riforme è con Matteo Renzi e non, con tutto il rispetto, con Andrea Gnassi». Lo scrive Sergio Pizzolante, vicepresidente dei deputati del Gruppo Area popolare (Ncd-Udc) e coordinatore per l’Emilia Romagna del Nuovo Centrodestra. «Ieri il Carlino – prosegue – ha titolato una mia intervista così: ‘Alleanza con Gnassi per fare le riforme’ e ‘Il futuro del Nuovo centrodestra è col Pd, insieme a Gnassi per cambiare Rimini’. Non ho mai pronunciato quelle parole. Inoltre io ho scritto e detto che si è esaurita la funzione di Ncd (che ha salvato il Paese in un momento storico di gravissima crisi) e che è necessario dare vita ad una forza politica nuova, moderata e liberale, per interpretare una stagione politica diversa, con Renzi, per provare a cambiare l’Italia. Quindi nessuna semplice e banale alleanza Ncd-Pd. È una semplificazione che non regge a livello nazionale e tantomeno a Rimini. Si tratta di dar vita ad un movimento rappresentativo del ceto medio che non si è ancora arreso al ribellismo salviniano, che nutre speranze nell’opera riformatrice di Renzi ma non è disponibile a votare Pd, soprattutto in Emilia Romagna e a Rimini. Operazione complessa ma possibile nel momento in cui Renzi realizza, con noi, un programma ‘Berlusconiano’ anti tasse e pro impresa alternativo alla ragione sociale della Ditta del vecchio Pd. Difficilissima a livello nazionale, forse, chissà, impossibile a Rimini almeno nel medio periodo». «Per questo – continua Pizzolante – alla domanda su Gnassi e sul voto della prossima primavera ho risposto che non lo so. Non lo so davvero. Io poi sono stato un arcigno oppositore di Gnassi. Potrei mai dire una cosa così stupida come: ‘insieme a Gnassi per cambiare Rimini’? Forse per cambiare Rimini bisognerebbe cambiare Gnassi. O forse no, magari un po’ cambio io, un po’ cambia lui, chissà? Io ho detto un’altra cosa, la mia battaglia nazionale prescinde dal prossimo voto a Rimini. Perché vedo uno scenario a tre. Un giovane leader riformista di governo, Renzi, un giovane leader populista di opposizione, Salvini e un giovanissimo leader anti sistema, Di Maio. Per me, per i miei figli, per il mio futuro nipote, per l’Italia, so già dove devo stare. Vedremo cosa succederà».

Fonte: IL RESTO DEL CARLINO